martedì 10 febbraio 2009

Il dolore per la morte di Eluana e la cinica strumentalizzazione dei politici

Eluana Englaro non è più con noi.
Purtroppo, laddove sarebbe stato necessario - e doveroso- un compunto silenzio s'è scatenata una bagarre davvero indegna, sia nella sede del parlamento sia nel dibattito pubblico tra gli stessi personaggi politici che per l'occasione hanno indossato le loro "maschere" di ruolo, manifestando ipocritamente dei sentimenti che non scaturivano dal loro intimo.
Intanto, i rappresentanti più eccelsi del giornalismo televisivo hanno potuto fare i loro bei scoop.
In particolare il nostro Vespa che ha saputo accogliere con vigore e prontezza (sicuramente era già pronto, in agguato) una delle più grandi occasioni del primo decennio del XXI (sia per l'importanza dei risvolti etici, sia per il particolare vigore e accanimento del dibattito politici, con annesso scontro istituzionale), con una serie ben orchestrata di invitati e testimonial, con il risultato di fare apparire papà Englaro uno che non si è voluto assumere le sue responsabilità e che ha anche mentito per perseguire il suo progetto di "levarsi un incomodo".
Indegno!!! Indegno!!!
Emilio Fede ha imperversato dal piccolo schermo con una stralunata faccia da funerale, anche lui portando avanti basse insinuazioni, per amore fedele alla linea di Berlusconi.
In contemporanea, Mediaset, nell'interesse dell'audience - malgrado il dichiarato, "vivo", dolore di Berlusconi, ha optato per mandare in onda egualmente "Il grande fratello" (perseguendo, a beneficio del popolo, l'efficacia della formula "Panem e circenses"). Mentana che s'è visto sfuggire dalle mani il suo Special su Eluana, di fronte a questo scacco, ha rassegnato prontamente le dimissioni, lamentandosi del suo personale "Grande Fratello" che lo controlla (e almeno lui è stato coerente, diamogliene atto!).
Nella strada davanti alla clinica "La Quiete" di Udine si sono fronteggiate fazioni avverse, sfiorando momenti di tensione in cui sono volati insulti.
Su una cosa si può essere d'accordo, tuttavia: la morte di Eluana ha creato un precedente normativo importante.
Se andrà avanti il progetto legislativo che regolamenterà iltestamento biologico, rimarrà tuttavia in sospeso la questione dei circa 2500 che in Italia sono in coma vegetativo.
Cosa ne sarà di loro?
Costoro, in mancanza di un testamento biologico valido, dovranno continuare a patire in un fondo di letto in una condizione che non è più vita? Oppure, grazie al calvario di Eluana e al coraggio del papà, che sino in fondo ha voluto percorrere questa strada i loro familiari potranno ancora appellarsi a questa sentenza prima che qualche ipocrita politicante impietosamente non vada a chiudere questa porta?
Sagge e forti ed ispirate al buon senso sono state invece le parole del Dalai Lama, che ieri ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Roma: semplici parole sapienziali perchè con lui, in quanto incarnazione del Buddha, è il Buddha stesso a parlare, senza mediazioni.
Di fronte alla morte e al dolore, bisognerebbe spegnere ogni intolleranza e ogni strumentalizzazione, piegata ad altri fini.
I nostri politici, nello spettacolo squallido che hanno dato di sé, in Parlamento e poi nelle successive interviste, hanno dato una pessima prova di sé, dimostrando di non possedere nemmeno un briciolo di quella pietas che ci si attenderebbe di fronte alla sofferenza protratta e ad un infinito morire.

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