mercoledì 4 febbraio 2009

Che fare?

Sosta ad un distributore di benzina.
Sono le 19.00 circa, di un pomeriggio infrasettimanale.
S'avvicina l'addetto che comincia il rifornimento.
Mentre la benzina viene erogata, io scendo dall'auto e si chiacchiera del più e del meno.
Ad un certo punto, il tizio mi fa: "Un'ora e mezza all'alba!"
Intende dire: "Fra un'ora e mezzo smonto dal servizio!".
Io: "A che ora ha preso servizio oggi?", aspettandomi di sentirmi rispondere "Alle 14.00", o giù di lì.
Invece, il tipo mi fa: "Sono qui dalle otto del mattino...".
Io: "Come!? Quasi dodici ore di seguito! Ma allora, poi Lei avrà domani un turno di riposo, forse..."
"No, affatto! Sono qui ogni giorno dalle otto del mattino sino ad oltre 20.00".
Io: "Senza pause?"
"No, ci spetta un'ora d'intervallo per riposare... attorno alle 14.00".
Io: "Ma ce l'ha il tempo per tornare a casa?"
"No, ovvio che no!"
Io: "E allora?".
"Mangio qua. C'è un accordo con il proprietario (che è anche il datore di lavoro) per un pasto da consumare qui, in una stanza che da sul retro...".
[La stazione di servizio possiede un bar che funge da bar/tavola calda]
Io: "Ma con tutte queste ore di lavoro, ce ne scapperà qualcheduna di straordinario?"
"No, di straordinario non se ne deve proprio parlare... Meglio che me ne sto zitto!"- chiudendo la frase con un certo piglio.
"Ma come mai? Cosa dice il suo contratto al riguardo?"
"Contratto! Contratto! Non c'è un contratto... Meglio che me sto zitto. Sa, il mio mestiere è quello di muratore, ma oggi di lavoro nel mio campo non ce n'è proprio e allora devo accontentarmi. Ho una figlia piccola e a casa devo portare da mangiare ogni santo giorno...".
A questo punto, il serbatoio era bello pieno e la conversazione era arrivata ad un un punto conclusivo e definitivo.
Proprio non c'era più nulla da dire o da commentare.
Cosa dire? Cosa proporre?
Me ne sono andato con il cuore stretto, ammirato del coraggio di questo signore che, accettando condizioni lavorative pesanti e forse un po' inique, cerca di sbarcare il lunario ogni giorno della sua vita e, nello stesso profondamente rattristato.

Questa conversazione, riportata così come è avvenuta, non merita alcun commento: parla da sé.

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