Ho visto ieri in televisione un bel film, nel quale mi sono imbattuto del tutto casualmente facendo zapping, un film che ha captato la mia attenzione e che, in definitiva, ho guardato con piacere e con un pizzico di emozione, anche perchè non finisce con la solita conclusione scontata della trasgressione alla routine matrimoniale, seguita dal consueto e mesto pentimento.
Si tratta di un film americano del 2004, interpretato con la consueta bravura da Richard Gere e da una straordinaria Susan Sarandon, il cui titolo è "Shall we dance?" che riprende la frase "Shall you dance with me, Mr Clark?" che assume, nel contesto del film un contesto catartico e di giusta correzione della traiettoria esitenziale del protagonista.
Questa, in sintesi, la storia (dalla scheda di Wikipedia)
John Clark (Richard Gere) ha una vita perfetta: un lavoro soddisfacente, una moglie (Susan Sarandon) e una famiglia normale, troppo normale e disinteressata a lui: la moglie sempre presa da comitati di beneficenza e la figlia con la tipica arroganza della giovinezza gli fanno sentire ogni giorno di più una deludente solitudine. Ogni giorno, mentre rientra a casa, sente che qualcosa manca nella propria esistenza. Una sera mentre è in giro per Chicago, la sua città, John vede una bellissima donna che guarda dalla finestra di una scuola da ballo, con lo sguardo perso nel vuoto.Conquistato dal fascino della donna, John impulsivamente decide di entrare nell'edificio, e si iscrive per alcune lezioni di danza nella speranza di incontrarla. All'inizio, John teme si sia trattato di un errore. La sua insegnante non è la bella Paulina (Jennifer Lopez), ma l'anziana Miss Mitzi (Anita Gillette), senza contare che John si rivela del tutto negato per il ballo da sala. A peggiorare la situazione ci si mette Paulina, che freddamente dice a John che spera che le sue intenzioni siano di imparare a ballare veramente, e non tentare un approccio. Man mano che le lezioni continunano, John finisce per appassionarsi al ballo. Mantenendo la sua passione per il ballo segreta a famiglia e amici, John si prepara a partecipare ad una delle più importanti competizioni di ballo di Chicago. John inoltre conquista la fiducia di Paulina, e il suo contagioso entusiasmo finisce per ridare linfa alla spenta passione dell'istruttrice nei confronti della danza. Tuttavia più il tempo passa, più Beverly si mostra sospettosa, e John dovrà fare i salti mortali per tenere segreta la sua attività e riuscire a partecipare al concorso di ballo.
Il bello del film, secondo me, risiede in due cose.
La prima: innanzitutto, ha il potere di trasmettere il potere (e il fascino) della musica e della danza, come strumenti di liberazione e, soprattutto, di elaborazione emozionale. La Danza, attraverso la liberazione psicomotoria che consente - possibile tuttavia soltanto attraverso l'interiorizzazione di una disciplina del gesto - possiede per alcuni in particolare (ma - in fondo - per tutti , solo a provarci) un'intrinseca funzione catartica, la cui esperienza - come dice il film - può far rasentare la felicità, una felicità del tutto particolare.
L'altra: il film non è scontato nel suo sviluppo e nella sua conclusione e non è nemmeno mielosamente buonista.
Pur sul registro della commedia lieve, la sceneggiatura non cade nella trappola della rappresentazione d'una banale trasgressione coniugale da parte d'un quarantenne in crisi che decide di imparare la danza per andar dietro ad una bella donna (la ballerina affacciata alla finestra della scuola di ballo), ma narra la "crisi" di quest'uomo, facendone vedere le alternative, le possibili trappole e le facili seduzioni.
In fondo, Mr Clark, senza più stimoli, è alla ricerca di un nuovo significato da dare alla sua esistenza appiattita ("La maggior parte degli uomini vive un'esistenza di muta disperazione", recita una frase lapidaria del copione, formulatya dall'investigatore, che s'improvvisa filosofo e psicologo) e ha bisogno di un contesto in cui risettarsi (riconnettendosi con il mondo con una più piena carica di vitalità) e di una guida per potere operare questo cambiamento dentro di sè: sarà questo processo interiore che gli consentirà di vivere con rinnovata energia e con il pieno slancio di un un vero status nascendi il rapporto d'amore con la propria moglie.
La danza e la musica catalizzano questo percorso di un uomo che si è perso e che di nuovo sente con se stesso il dovere di andare alla ricerca della sua felicità.
Ancora una volta, e in forma diversa, il film - come capita a molte commedie americane di questi ultimi anni - propone la storia di un uomo alla ricerca della felicità, al cui perseguimento secondo la Costituzione americana tutti gli uomini hanno diritto.
Vedi il movie clip (con la bella sequenza di danza tra Richard Gere e Jennifer Lopez)
E il trailer
Nessun commento:
Posta un commento