Perdas de Fogu (Massimo Carlotto&Mama Sabot, Edizioni E/O, 2008) è un noir mediterraneo, ambientato nella località sarda di Perdas de Fogu, sul tema dell'inquinamento ambientale da nano-particelle, conseguente all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito nel Poligono Interforze Salto di Quirra - Capo San Lorenzo in Sardegna (con una superficie terrestre e marina totalmente interdetta ai civili vastissima).
Le nanoparticelle si liberano conseguentemente all'utilizzo di materiali contennti uranio impoverenti, sottoposto ad elevate temperature, e rimangono a lungo nell'aria in forma di polveri sottili che poi penetrano per contatto o inalazioni negli organismi vegetali ed animali, provocando alterazioni cromosomiche e geniche.
Le operazioni condotte nel poligono interforze sono coperte da un rigorosa copertura di intelligence, come anche è stato mantenuto a lungo un opprimente velo di silenzio sulle sindromi che hanno colpito i reduci delle missioni italiane da zone di guerra dove è stato utilizzato l'uranio impoverito (sia tra i militari, sia tra il personale volontario).
Il romanzo di Carlotto/Mama Sabot svela con il suo intreccio fiction le interelazioni tra mondo della politica e malaffare nelle decisioni prese relative a queste attività attorno alle quali ruotano interessi miliardari, probabilmente senza alcun riguardo per l'inquinamento dell'ecosistema e delle conseguenze nefaste per la popolazione civile. L'idea è buona.
Tuttavia, lo sviluppo della storia è scheletrico, appena un po' più di una buona sceneggiatura e, a tratti, anche confuso in una situazione in cui tutti sono nemici di tutti, in un intreccio inestricabile di politica e malaffare.
Ma è notevole, indubbiamente, l'attivazione d'interesse sulla località e sulla tematica.
In questo senso, i noir possono essere un ottimo modo per rivelare al grande pubblico temi di attualità scottante che il giornalismo d'inchiesta sulla carta stampata ed audiovisiva non può più portare alla luce, per il radicale imbavagliamento del giornalismo tradizionale sui temi più scottanti.
E allora, utilizzando il paravento della fictiom, sui tali temi, si può costruire un romanzo che, bene o male che sia scritto, può servire tuttavia come strumento di denuncia di una trama nascosta o di un malaffare.
I metodi dello scrittore che affronta queste particolari tematiche, nella fase preliminare di costruzione del romanzo (la raccolta del materiale), sono del resto analoghi a quelli impiegati dal giornalista d'inchiesta.
Nella realtà, le cose sono andate in una maniera un po' diversa, almeno per quanto concerne le dichiarazioni d'intenti e la volontà del Legislatore. Se Massimo Carlotto e il collettivo di scrittori uniti Mama Sabot avessero potuto conoscere in anticipo le parole del Ministro della Difesa La Russa a proposito di uranio impoverito e propagazione letale di nano-particelle, la loro trama avrebbe potuto essere un po' diversa.
Poco dopo la pubblicazione del volume, La Russa ha infatti annunciato uno stanziamento di trenta milioni di euro per risarcire le vittime del cosiddetto “metallo del disonore”, come ammettere: "Effettivamente, l’uranio impoverito uccide”. Ed è così calato il sipario su silenzi e lunghe omertà.
Il provvedimento ha esteso i benefici non solo ai militari italiani che hanno svolto missioni all’estero, ma anche a coloro i quali hanno prestato servizio nei poligoni di tiro. Dunque, in teoria, anche all’interforze del Salto di Quirra.
La Russa ebbe a spiegare che il provvedimento era stato avviato da Rifondazione con il parere positivo dell’allora opposizione di AN, a seguito di un’accurata indagine parlamentare sugli effetti dell’uranio impoverito nella zona di Perdas de Fogu.
Mama Sabot è un collettivo di scrittori di cui fa anche parte, tra gli altri, Francesco Abate, autore di diversi romanzi e coautore, assieme a Massimo Carlotto, di un altro noir di ambientazione mediterranea (Mi fido di te) centrato invece sul tema delle sofisticazioni alimentari .
Le nanoparticelle si liberano conseguentemente all'utilizzo di materiali contennti uranio impoverenti, sottoposto ad elevate temperature, e rimangono a lungo nell'aria in forma di polveri sottili che poi penetrano per contatto o inalazioni negli organismi vegetali ed animali, provocando alterazioni cromosomiche e geniche.
Le operazioni condotte nel poligono interforze sono coperte da un rigorosa copertura di intelligence, come anche è stato mantenuto a lungo un opprimente velo di silenzio sulle sindromi che hanno colpito i reduci delle missioni italiane da zone di guerra dove è stato utilizzato l'uranio impoverito (sia tra i militari, sia tra il personale volontario).
Il romanzo di Carlotto/Mama Sabot svela con il suo intreccio fiction le interelazioni tra mondo della politica e malaffare nelle decisioni prese relative a queste attività attorno alle quali ruotano interessi miliardari, probabilmente senza alcun riguardo per l'inquinamento dell'ecosistema e delle conseguenze nefaste per la popolazione civile. L'idea è buona.
Tuttavia, lo sviluppo della storia è scheletrico, appena un po' più di una buona sceneggiatura e, a tratti, anche confuso in una situazione in cui tutti sono nemici di tutti, in un intreccio inestricabile di politica e malaffare.
Ma è notevole, indubbiamente, l'attivazione d'interesse sulla località e sulla tematica.
In questo senso, i noir possono essere un ottimo modo per rivelare al grande pubblico temi di attualità scottante che il giornalismo d'inchiesta sulla carta stampata ed audiovisiva non può più portare alla luce, per il radicale imbavagliamento del giornalismo tradizionale sui temi più scottanti.
E allora, utilizzando il paravento della fictiom, sui tali temi, si può costruire un romanzo che, bene o male che sia scritto, può servire tuttavia come strumento di denuncia di una trama nascosta o di un malaffare.
I metodi dello scrittore che affronta queste particolari tematiche, nella fase preliminare di costruzione del romanzo (la raccolta del materiale), sono del resto analoghi a quelli impiegati dal giornalista d'inchiesta.
Nella realtà, le cose sono andate in una maniera un po' diversa, almeno per quanto concerne le dichiarazioni d'intenti e la volontà del Legislatore. Se Massimo Carlotto e il collettivo di scrittori uniti Mama Sabot avessero potuto conoscere in anticipo le parole del Ministro della Difesa La Russa a proposito di uranio impoverito e propagazione letale di nano-particelle, la loro trama avrebbe potuto essere un po' diversa.
Poco dopo la pubblicazione del volume, La Russa ha infatti annunciato uno stanziamento di trenta milioni di euro per risarcire le vittime del cosiddetto “metallo del disonore”, come ammettere: "Effettivamente, l’uranio impoverito uccide”. Ed è così calato il sipario su silenzi e lunghe omertà.
Il provvedimento ha esteso i benefici non solo ai militari italiani che hanno svolto missioni all’estero, ma anche a coloro i quali hanno prestato servizio nei poligoni di tiro. Dunque, in teoria, anche all’interforze del Salto di Quirra.
La Russa ebbe a spiegare che il provvedimento era stato avviato da Rifondazione con il parere positivo dell’allora opposizione di AN, a seguito di un’accurata indagine parlamentare sugli effetti dell’uranio impoverito nella zona di Perdas de Fogu.
Mama Sabot è un collettivo di scrittori di cui fa anche parte, tra gli altri, Francesco Abate, autore di diversi romanzi e coautore, assieme a Massimo Carlotto, di un altro noir di ambientazione mediterranea (Mi fido di te) centrato invece sul tema delle sofisticazioni alimentari .
La trama
Sardegna 2008. Pierre Nazzari è un disertore ricattato e costretto a fare il lavoro sporco in operazioni segrete o illegali. Finisce nelle mani di una struttura parallela al servizio di un comitato d'affari locale e viene obbligato a spiare Nina, una giovane ricercatrice veterinaria che studia gli effetti dell'inquinamento bellico sugli animali nella zona del poligono di Salto di Quirra.
Mentre l'ex-militare tenta di conquistare la fiducia della giovane donna, il suo passato ritorna per chiudere un conto lasciato in sospeso. Entrambi saranno costretti a giocare una partita complicata e pericolosa il cui premio è la sopravvivenza.
Sullo sfondo un mondo di affaristi e politici, ex contractor e strutture di sicurezza private, militari e industrie di armamenti legati al grande business della produzione bellica. Frutto di una lunga e meticolosa inchiesta condotta da Massimo Carlotto e dal gruppo di scrittori uniti nella sigla Mama Sabot, "Perdas de fogu" segna il ritorno di Carlotto al grande romanzo d'inchiesta contemporaneo.
Un'indagine mozzafiato con una trama fitta di colpi di scena, il cui protagonista rappresenta una forte novità nel panorama del noir.
Una denuncia dei giochi sporchi di ambienti politici e militari ai danni della nostra salute e sicurezza.
Massimo Carlotto: nota bio-bliografica
Massimo Carlotto, nato nel 1956 a Padova, è uno dei maggiori autori europei di gialli. E' anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani e riviste. Attualmente vive a Cagliari.
Negli anni '70 fu al centro di uno dei più controversi casi legali della storia italiana: nel 1976 trovò il corpo di una donna accoltellata e tentò di salvarla, macchiandosi gli abiti di sangue.
La giustizia non credette alla sua versione dei fatti, fu incarcerato e processato, conobbe la latitanza in Francia e in Messico.
Definitivamente condannato, nell'aprile 1993 il Presidente della Repubblica gli concesse la grazia.
Da quel momento, tornato libero, diventa scrittore esordendo nel 1995 con il romanzo autobiografico "Il Fuggiasco" (successivamente trasposto in film), storia lucida e dura della latitanza e della fine della sua vicenda giudiziaria. Ha scritto due romanzi-reportage: Il Fuggiasco (ed. E/o, 1995) e Le irregolari (ed. E/o, 1998) sul tema della prostituzione; il romanzo noir Arrivederci amore, ciao, nonché cinque gialli della serie di noir l'Alligatore (un investigatore sui generis, fuori dalle righe che conoscenza però perfettamente il sottobosco della delinquenza e dei loschi traffici che stanno subito sotto l'imprenditoria avventuristica del Nord Est (ma negli anni '90, prevalentemente): La verità dell'Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Nessuna Cortesia all'uscita (premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombiano, e Il maestro di nodi (uscito per le Edizioni e/o nel 2002).
Per le Edizioni E/o sono anche usciti L'oscura immensità della morte, Niente, più niente al mondo, mentre a settembre 2005 è uscito Nordest, scritto a quattro mani con Marco Videtta. Negli ultimi anni, a partire da questa esperienza, si sono moltiplicate per Carlotto le colaborazioni con altri scrittori emergenti, come è stato appunto per il recente Perdas de Fogu.
Il suo più recente romanzo è stato, L'amore del bandito, in cui ritorna ancora una volta L'Alligatore, uscito nel 2009.
Mi permetto una considerazione: in termini normativi, la proposta di indennizzo (e non di risarcimento, che da un punto di vista giuridico rappresentano due istituti differenti) pone una serie di vincoli che lasciano sospettare che il legislatore abbia solamente cercato di porre una pezza alla questione. Infatti, si parla di uno stanziamento di 30 milioni di euro, terminato il quale chi si è visto si è visto. Inoltre, l'indennizzo ha un tetto di appena 200 mila euro, nel caso di invalidità al 100%. Appena duemila euro per punto di invalidità, quasi quanto una mediocre assicurazione sulla vita. Se teniamo presente che appena pochi mesi prima dell'emanazione del d.p.r. il tribunale di Firenze aveva costretto il Ministero della Difesa a risarcire un militare con oltre 550 mila euro per una invalidità prossima al 50%, i calcoli sono presto fatti. Sembra quasi il legislatore voglia dimostrare buoni intenti da un lato, e creare un percorso a ostacoli dall'altro. Infine, esiste un limite ancora più assurdo, ed è di tipo geografico: solo i residenti in una fascia pari a 1.5 km dal poligono possono ottenere l'indennizzo. Dunque, chi vive oltre questa fascia, perde il diritto? E i pastori che hanno la residenza, che so, a Escalaplano, ma che lavorano all'interno dei terreni del poligono dove portano i propri capi a pascolare? Bene, questi soggetti sono esclusi dall'indennizzo. Se avessimo saputo tutto questo, forse il romanzo sarebbe stato addirittura più spietato; la direzione che abbiamo voluto prendere, infatti, nella narrazione, è quella di una storia grigia in cui non ci sono buoni e cattivi, né il dualismo classico vittime-carnefici. Questa è una storia in cui tutti si muovono in questa aria asfittica, e in cui le vittime - quelle vere, con nome e cognome - fossero una sorta di protagonista occulto, le cui vicende e i cui dolori abbiamo raccontato in oltre un anno di presentazioni in giro per l'Italia.
RispondiEliminaGrazie per il tempo dedicatomi,
Ciro "Sabot" Auriemma
Ti ringrazio per il tuo prezioso contributo. Ma quella precisazione che ho aggiunto era tutto ciò che eropriuscito a trovare, guardando un po' in giro nella rete: sarebbe molto bello se in una successiva ristampa del vostro volume (se, per esempio, dovesse uscire in formato tascabile) venisse aggiunta una postfazione che racconti appunto questi retroscena.
RispondiEliminaDarebbe ancora più spessore al vostro noir d'inchiesta.
Mi scrive Andrea Furlanetto, mio amico in Facebook:
RispondiEliminaMaurizio, ho svolto il servizio militare obbligatorio nell'aeronautica. Ricordo che finire a Perdas de Fogu era l'incubo di tutti, perfino dei Sardi perché era troppo distante da tutto.