Ieri ho visto l'ultima puntata di "Annozero" di Santoro, ultima prima della pausa estiva.
Una puntata anomala in un clima di silenzio pre-elettorale, ma decisamente shockante per i contenuti.
Un lungo servizio sul Far-West Italia.
L'esempio dei TIR i cui guidatori sono sottoposti a turni massacranti (in barba alla legge) per tutelare gli interessi del datore di lavoro e del committenti è soltanto un esempio tra i tanti possibili, ma dà esattamente la misura di quanto in Italia siano inefficaci le leggi, quando si tratta di intaccare interessi economici e mettere in discussione un sistema gestito sempre di più dalle grandi holding economiche.
Io penso che siamo sempre di più un paese alla deriva, un paese in cui i cittadini onesti (che sono tanti) sono lasciati sempre più soli e in balia di se stessi; un paese in cui uno stato vessa chi non ha commesso errori (o errori solo veniali), mentre i responsabili veri di grandi misfatti possono regolarmente farla franca; un paese in cui si lascia carta bianca a chi devia dal rispetto delle legge, avendo la quasi certezza dell'impunità.
Ho una sensazione di grande stanchezza: perchè qui in Italia nessun governante è capace di proporre il ritorno ad un sistema di economia sostenibile, in cui si torni a dare spazio alle produzioni e ai mercati locali, alla stagionalità degli ortaggi, a ritmi meno freneticamente consumistici.
Il consumismo sfrenato, contrariamente a quanto predicano le ricette di Berlusconi, non dà più posti di lavoro, non crea ricchezza (se non portando più denaro nelle tasche dei padroni), ma genera soltanto povertà ulteriore, impoverimento morale, abbattimento dei valori, inquinamento e desertificazione dell'ambiente.
Per avere un mondo più equo e più giusto, bisognerebbe tornare a forme di economia sostenibile, ai piccoli mercati, al riutilizzo delle cose vecchie (abbandonando la pratica della sostituzione, scaturente dall'immissione sul mercato di merci, spesso volutamente bacate, proprio per potere essere "a termine", meglio se in tempi brevi), alle piccole attività produttivo-commerciali che non siano strangolate dalla logica del profitto.
Ma questa via non l'hanno mai voluto seguire quelli di sinistra, troppo pavidi sulla corda tesa dell'equilibrismo tra fazioni e parti avverse, né lo faranno mai quelli di destra (strettamente ancorati agli interessi economici dei vertici aziendali e, quindi, alla logica del profitto estremo).
Allo stato attuale non la vedo bene e sono sempre più preso da una forma di pessimismo cosmico.
Il riferimento è alla puntata di Annozero di giovedì 4 giugno.
Una puntata anomala in un clima di silenzio pre-elettorale, ma decisamente shockante per i contenuti.
Un lungo servizio sul Far-West Italia.
L'esempio dei TIR i cui guidatori sono sottoposti a turni massacranti (in barba alla legge) per tutelare gli interessi del datore di lavoro e del committenti è soltanto un esempio tra i tanti possibili, ma dà esattamente la misura di quanto in Italia siano inefficaci le leggi, quando si tratta di intaccare interessi economici e mettere in discussione un sistema gestito sempre di più dalle grandi holding economiche.
Io penso che siamo sempre di più un paese alla deriva, un paese in cui i cittadini onesti (che sono tanti) sono lasciati sempre più soli e in balia di se stessi; un paese in cui uno stato vessa chi non ha commesso errori (o errori solo veniali), mentre i responsabili veri di grandi misfatti possono regolarmente farla franca; un paese in cui si lascia carta bianca a chi devia dal rispetto delle legge, avendo la quasi certezza dell'impunità.
Ho una sensazione di grande stanchezza: perchè qui in Italia nessun governante è capace di proporre il ritorno ad un sistema di economia sostenibile, in cui si torni a dare spazio alle produzioni e ai mercati locali, alla stagionalità degli ortaggi, a ritmi meno freneticamente consumistici.
Il consumismo sfrenato, contrariamente a quanto predicano le ricette di Berlusconi, non dà più posti di lavoro, non crea ricchezza (se non portando più denaro nelle tasche dei padroni), ma genera soltanto povertà ulteriore, impoverimento morale, abbattimento dei valori, inquinamento e desertificazione dell'ambiente.
Per avere un mondo più equo e più giusto, bisognerebbe tornare a forme di economia sostenibile, ai piccoli mercati, al riutilizzo delle cose vecchie (abbandonando la pratica della sostituzione, scaturente dall'immissione sul mercato di merci, spesso volutamente bacate, proprio per potere essere "a termine", meglio se in tempi brevi), alle piccole attività produttivo-commerciali che non siano strangolate dalla logica del profitto.
Ma questa via non l'hanno mai voluto seguire quelli di sinistra, troppo pavidi sulla corda tesa dell'equilibrismo tra fazioni e parti avverse, né lo faranno mai quelli di destra (strettamente ancorati agli interessi economici dei vertici aziendali e, quindi, alla logica del profitto estremo).
Allo stato attuale non la vedo bene e sono sempre più preso da una forma di pessimismo cosmico.
Il riferimento è alla puntata di Annozero di giovedì 4 giugno.
Corri bisonte corri!
Corri bisonte corri! è lo speciale di Annozero realizzato da Roberto Pozzan con la collaborazione di Monica Giandotti che andrà il onda giovedì 4 giugno alle 21 su Raidue.Niente ospiti politici in studio anche se sono confermate le presenze fisse di Marco Travaglio, Vauro e Margherita Granbassi. Poi, spazio al racconto, fatto di immagini, musiche e testimonianze.
Il viaggio di Pozzan attraversa, dalla Sicilia al Frejus, le principali direttrici della penisola: quattro settimane di ripresa per mettere insieme un lungometraggio che mostra l'Italia dalla cabina di un tir. Le musiche originali sono di Andrea Guerra e Rocco Petruzzi, la fotografia di Vincenzo Campitello e Raoul Garzia, il montaggio di Andrea Mastronicola, la voce narrante di Roberto Pedicini...
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