L'altro giorno, mio figlio mi ha raccontato di aver acquistato un criceto e di averlo portato a casa di nascosto, per evitare la disapprovazione della madre.
Da allora lo tiene in una gabbietta a due piani nella sua stanza, della cui manuntezione si occupa personalmente. Queste sono state le condizioni dettate dalla mamma.
Mi ha detto di essersi documentato su tutto ciò che occorre sapere sui criceti (manutenzione, alimentazione, etc), facendo una ricerca su internet.
Già, oggi giorno, tutto quello che occorre si può scoprire su internet e mio figlio che è un esemplare rappresentante di quest'epoca non si sottrae alle tendenze imperanti.
Da quando me ne ha parlato, Francesco mi aggiorna periodicamente sulle osservazioni che ha modo di compiere sul comportamento del criceto (meglio, della criceta).
E' meravigliato dalle sue incessanti attività, dal frenetico vorticare dellla ruota, dal suo arrampicarsi e dal suo esplorare con curiosità e pervicacia ogni recesso della gabbia, trovandosi stupito anche del fatto che tali attività si svolgano soprattutto durante le ore notturne.
Avere un animale domestico è stimolante per lo sviluppo delle proprie curiosità naturalistiche e consente di affinare le proprie attitudini all'osservazione di entità viventi distinte da noi.
Sono rimasto colpito da questa "scoperta" che mio figlio figlio ha fatto in totale spontaneità e senza essere emulo di nessuno.
Non gli avevo mai raccontato, infatti, che io stesso tanti anni fa, avevo tenuto in casa dei criceti: e, anche in quel caso, furono i primi animaletti che ebbero l'accesso alla nostra vita domestica.
Come nel caso di mio figlio, io forzai mia madre ad accettarli, mettendola di fronte al fatto compiuto.
Ma ero già un bel po' più grande di Francesco: se non ricordo male, già frequentavo gli ultimi anni di università.
Sin, dall'inizio, però, ebbi una coppia di criceti e non esitai a farli accoppiare: fu un esperienza meravigliosa veder nascere una nidiata di minuscoli cuccioli dalla pelle rosea, nudi e fragili, totalmente ciechi e con le orecchie ancora non sviluppate, che pure pur apparendo così fragili si affanavano a prendere il latte dalla mamma.
Poi dopo la prima nascita fu un vorticare di altre cucciolate: infatti, i criceti, come tutti gli animali di piccola taglia, hanno un ciclo riproduttivo e di crescita estremamente veloce.
Rapidamente ebbi una "colonia" di criceti che arrivò a contare, nel periodo di massimo sviluppo, sino a 25-30 individui.
Il problema era che, crescendo numericamente, la loro riproduttività si incrementeva in scala geometrica e per quanto tentassi di tenerli separati, si verificavano sempre nuovi accoppiamenti e nuove nascite in una spirale senza fine.
Le gabbiette a due comparti si moltiplicarono a dismisura e la mia stanza finì con l'esserne totalmente invasa.Gran parte del mio tempo era dedicata alla pulizia degli alloggi e alla sistemazione di individui adulti che necessitavano di un ambiente separato.
Ero diventato un vero e proprio "albergatore" di cricetii e il resto della mia vita di studente se ne stava andando a rotoli.
Ad un certo punto, decisi di rompere le catene che io stesso mi ero creato, caricai i criceti con armi, bagagli e casette sulla mia vecchia e scassatissima R4 e li portai da un negoziante di animale, al quale mi riuscì di lasciarli, convincendolo che stava facendo un buon affare (costo della transazione per lui: zero lire).
In ogni caso, mi sono molto commosso di sentire che mio figlio senza sapere nulla di questa mia storia, stia esplorando la stessa cosa.
E lui, per una volta, ha ascoltato con interesse il mio racconto.
I criceti missile
Da allora lo tiene in una gabbietta a due piani nella sua stanza, della cui manuntezione si occupa personalmente. Queste sono state le condizioni dettate dalla mamma.
Mi ha detto di essersi documentato su tutto ciò che occorre sapere sui criceti (manutenzione, alimentazione, etc), facendo una ricerca su internet.
Già, oggi giorno, tutto quello che occorre si può scoprire su internet e mio figlio che è un esemplare rappresentante di quest'epoca non si sottrae alle tendenze imperanti.
Da quando me ne ha parlato, Francesco mi aggiorna periodicamente sulle osservazioni che ha modo di compiere sul comportamento del criceto (meglio, della criceta).
E' meravigliato dalle sue incessanti attività, dal frenetico vorticare dellla ruota, dal suo arrampicarsi e dal suo esplorare con curiosità e pervicacia ogni recesso della gabbia, trovandosi stupito anche del fatto che tali attività si svolgano soprattutto durante le ore notturne.
Avere un animale domestico è stimolante per lo sviluppo delle proprie curiosità naturalistiche e consente di affinare le proprie attitudini all'osservazione di entità viventi distinte da noi.
Sono rimasto colpito da questa "scoperta" che mio figlio figlio ha fatto in totale spontaneità e senza essere emulo di nessuno.
Non gli avevo mai raccontato, infatti, che io stesso tanti anni fa, avevo tenuto in casa dei criceti: e, anche in quel caso, furono i primi animaletti che ebbero l'accesso alla nostra vita domestica.
Come nel caso di mio figlio, io forzai mia madre ad accettarli, mettendola di fronte al fatto compiuto.
Ma ero già un bel po' più grande di Francesco: se non ricordo male, già frequentavo gli ultimi anni di università.
Sin, dall'inizio, però, ebbi una coppia di criceti e non esitai a farli accoppiare: fu un esperienza meravigliosa veder nascere una nidiata di minuscoli cuccioli dalla pelle rosea, nudi e fragili, totalmente ciechi e con le orecchie ancora non sviluppate, che pure pur apparendo così fragili si affanavano a prendere il latte dalla mamma.
Poi dopo la prima nascita fu un vorticare di altre cucciolate: infatti, i criceti, come tutti gli animali di piccola taglia, hanno un ciclo riproduttivo e di crescita estremamente veloce.
Rapidamente ebbi una "colonia" di criceti che arrivò a contare, nel periodo di massimo sviluppo, sino a 25-30 individui.
Il problema era che, crescendo numericamente, la loro riproduttività si incrementeva in scala geometrica e per quanto tentassi di tenerli separati, si verificavano sempre nuovi accoppiamenti e nuove nascite in una spirale senza fine.
Le gabbiette a due comparti si moltiplicarono a dismisura e la mia stanza finì con l'esserne totalmente invasa.Gran parte del mio tempo era dedicata alla pulizia degli alloggi e alla sistemazione di individui adulti che necessitavano di un ambiente separato.
Ero diventato un vero e proprio "albergatore" di cricetii e il resto della mia vita di studente se ne stava andando a rotoli.
Ad un certo punto, decisi di rompere le catene che io stesso mi ero creato, caricai i criceti con armi, bagagli e casette sulla mia vecchia e scassatissima R4 e li portai da un negoziante di animale, al quale mi riuscì di lasciarli, convincendolo che stava facendo un buon affare (costo della transazione per lui: zero lire).
In ogni caso, mi sono molto commosso di sentire che mio figlio senza sapere nulla di questa mia storia, stia esplorando la stessa cosa.
E lui, per una volta, ha ascoltato con interesse il mio racconto.
I criceti missile
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