martedì 1 dicembre 2009

In un romanzo di Brun la dura formazione degli adolescenti dei paesi dell'Est destabilizzati o in guerra


"La città di sotto. Noir dell'est" è il titolo del terzo romanzo scritto da Riccardo Brun (edito da Stampa Alternativa - Nuovi equilibri nel 2006).
Il sottotitolo di questo breve romanzo-verità (, si potrebbe dire forse, reportàge romanzato) rivela una sua ipotetica ambientazione: un nowhere in qualche paese (balcanico, si potrebbe supporre) dell'Est dell'Europa, tormentato da guerre interne e fratricide.
Ma, in nessun punto del romanzo, viene citata una città o una regione geograficamente individuabile (anche se è ipotizzabile che debba trattarsi della Romania del dopo-Ceasescu, dove effettivamente - a Bucarest - bambini rimasti senza genitori si ritrovavano a vivere nei sottorranei della città, sottoposti ad un duro apprendistato): uno stratagemma che accresce l'impatto fantastico del romanzo, perchè lo svincola dalla realtà, lasciando l'autore libero di spaziare in una costruzione narrativa che, assumendo un valore universale, pone l'accento sui guasti che queste guerre "non-guerre" hanno creato - e continuano a creare - soprattutto sui più giovani, adolescenti e bambini che siano, costretti ad arrangiarsi oppure a divenire "reclute" di un esercito sotterranneo e/o clandestino che non sta con nessuna delle parti contendenti (siano gli invasori, il governo fantoccio, oppure la resistenza) ma curando esclusivamente i propri interessi, come accade in tutti i periodi di destabilizzazione sociale e politica.
Vania e Majla - ciascuno con un percorso di vita diverso - hanno imparato a sopravvivere in questo mondo allo sbando, apprendendo la durezza e la violenza: un mondo cupo che fa tanto pensare alla società delineata da Orwell in 1984.
Le vicissitudini di una vita lontana da qualsiasi affetto familiare (entrambi sono stati privati dei genitori) li hanno induriti, ma il loro incontrarsi fortuito (con l'accendersi in entrambi d'un guizzo di solidarietà che consente loro di superare la mera legge della sopravvivenzza) e l'aggregazione temporanea ad un gruppo di ribelli idealisti fanno loro comprendere che un modo diverso di vita è possibile, che ci può essere la speranza, che ci possono essere relazioni con l'altro dominate dagli affetti, anzichè esclusivamente dalla violenza e dalla prevaricazione.
Nel romanzo c'è, in qualche modo, un lieto fine
che - pur relativo - passa attraverso la rappresentazione della via di salvezza - drammatica e dura - dei trasporti di profughi via mare gestiti dagli scafisti, : le ferite e i guasti rimarrano e, forse, solo con il tempo cicatrici così vaste potranno ridimensionarsi...
Ciascuno dei due protagonisti - e questo è un dettaglio che mi è piaciuto - come sempre accade ai più giovani sottoposti a condizioni estreme - ha le proprie tecniche di sopravvivenza: Vania ha una sorta di mentore immaginario (il signor Blovo che nei momenti di difficoltà compare allucinatoriamente per dispensargli conforto, consigli ed esortazioni) e Maila, invece, si perde nel mondo raccontato dai libri - e scopre altri mondi più belli di quello in cui dalla sorte è stata costretta a vivere.
Una bella storia di formazione in tempi bui.

Chi è Riccardo Blum
Giornalista, scrittore e sceneggiatore, Riccardo Brun è nato a Napoli nel 1974. Ha pubblicato tre romanzi: Carissimo L , Guida Editore, con M.Ricciuti, Menzione Speciale al premio Elsa Morante 2001, Genova Express, Manifestolibri, e La Città di Sotto, Stampa Alternativa. Ha pubblicato anche racconti in varie raccolte.
Ha lavorato per il cinema scrivendo sceneggiature, tra le quali quella di Racconto di Guerra di Mario Amura, David di Donatello 2002, e quella di In Ascolto , di Giacomo Martelli, Premio per la miglior sceneggiatura al Magna Graecia Film Festival.
Collabora con riviste e quotidiani fra cui “Il Corriere del Mezzogiorno” e “il manifesto”.
Si è occupato di mediattivismo, uffici stampa e comunicazione integrata soprattutto in ambito culturale e di movimento. Ha diretto la redazione del Premio Napoli, quella della Fondazione Idis-Città della Scienza ed è stato il responsabile cultura e comunicazione e il coordinatore dell’ufficio stampa di Rifondazione Comunista in Campania. Attualmente lavora per la Produzione cinematografica Panamafilm e vive fra Napoli e Roma.

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