sabato 9 maggio 2009

Incontri: la stravagante Ninetta e i suoi improbabili cappellini riciclati


Palermo.
In via F. P. Di Blasi, passando di primo mattino, potrebbe capitare di osservare Ninetta.
E' un personaggio di questa via, dove - a tutti gli effetti - è domiciliata, per strada s'intende. Ha eletto a suo dormitorio stabile alcuni gradini di un ingresso a piano terra da tempo inutilizzato, proprio a margini dell'elegante Via Libertà, in un punto in cui - fianco a fianco - sono ubicate una moderna drinkeria (all'angolo) e il Centro di reinserimento lavorativo d'una Comunità terapeutica per tossicodipendenti ed etilisti: e questa contiguità dei due "esercizi" è proprio un bel paradosso, ironia della sorte...).
Ninetta - è così che tutti la chiamano - ha un'età indefinibilie. E' bassa di statura, appesantita nel corpo, anche perchè è infagottata in strati e strati di abiti dismessi, palandrane sformate che la ingobbiscono e la sformano, capelli stopposi ed infeltriti, volto rugoso e rincagnato, provato da anni di vita di barbonaggio.
Sì, tecnicamente la Ninetta è una "barbona", con il suo immancabile corredo di sacchetti nei quali ripone i suoi magri averi ed una coperta che tiene malamente ripiegata
durante le ore diurne su quei gradini dove passa la notte.
Ninetta è di umore variabile: a volte è gentile, altre volte, anche se ci si limita a salutarla al passaggio, come è naturale fare visto che in quella via è di casa, ti assale con un fiume di improperi e ingiurie,
particolarmente coloriti sino a sfiorare il turpiloquio. E ciò accade soprattutto quando ha bevuto sin dalle prime ore del mattino.
Tuttavia, ha un che di comico ed umoristico: come se avesse serbato un residuo di vanità vezzosa.
Te ne accorgi quando indossa improbabili cappellini che raccatta dai cassonetti della spazzatura e da calzature "audaci" (anche con tacchi a spillo) di cui va matta, pure loro recuperati con una paziente e certosina ricerca. E la vedi che cammina con questi accessori indosso, pavoneggiandosi.
Qualcuno della zona le dà da mangiare: è questa è una buona cosa.
Altri le danno soldi: e questa cosa invece non è buona perchè, con quei pochi soldi che raciloma, corre subito a comprarsi una bottiglia di birra di cui è ghiotta.

Ninetta fa parte dello stuolo di ex-internati manicomiali che, come effetto della riforma psichiatrica, essendo stati richiusi per motivi il più delle volte futili - o soltanto di ordine pubblico - sono stati ritenuti immediatamen
te dimissibili e lanciati come missili al di là di quelle mura al cui interno avevano passato parti sostanziose della propria esistenza, senza che ci fossero più parenti o case ad accoglierli.
Che fare oggi?
Probabilmente nulla: spesso quelli come Ninetta non sono disposti a ricevere nessuna forma di assistenza, se non sulla strada che è divenuta la loro casa.
Bisogna accettarli come sono e dare loro una mano, quando manifestano un bisogno.
Anche loro, in questo modo stravagante e bizzarro fanno parte della nostra comunità, di cui - ma essenzialmente per colpa dei cosiddetti "normali" - sono divenuti un prodotto di scarto.

2 commenti:

  1. Ninetta se ne è andata i primi di Febbraio.
    Ha lasciato questo mondo e adesso sta a fianco a Dio, con la sua fedele bottiglia di birra Forst.
    Adiòs Nineta.

    RispondiElimina

Creative Commons License
Frammenti by Maurizio Crispi is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at maurcrispi.blogspot.com.