lunedì 1 marzo 2010

The Book of Eli: il futuro dell'umanità è riposto in quel libro...


Con Codice Genesi (The book of Eli), realizzato per la regia dei fratelli Hughes da alcuni anni assenti dai circuiti del cinema mondiale, arriva sul grande schermo un ulteriore film che dà sostanza alle inquietudini post-apocalittiche e millenaristiche, di cui il recente remake di Io sono leggenda è stato un ottimo esempio o il fresco La strada (tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy) è un altro ottimo esemplare visionario e dolente (che, in Italia, non potremo vedere nelle sale cinematografiche, perchè giudicato troppo crudo nei suoi contenuti).
La filmografia post-apocalittica segue un percorso parallelo a quella post-catastrofe: ambedue, sono accomunate dal fatto che studiano l'effetto che l'apocalissi o la catastrofe potrebbero avere sull'umanità e quali potranno essere (se ce ne saranno) i modi di ripartita di una parvenza di civilizzazione.
Sul tema della catastrofe, per esempio, abbiamo avuto modo di vedere di recente, Segnali dal futuro (che decreta la fine del mondo, anche se una seconda chance "sovrannaturale" a data a poche coppie assortite in un altro luogo dell'Universo) e 2012, in cui un gruppo ristrettissimo di uomini - assieme a tutto il bagaglio tecnologico - sopravvive ad un cataclissma su scala mondiale che rimodella radicalmente il globo terracqueo, per poter ricominciare a costrire un mondo (forse) migliore.
I film post-apocalittici sono in genere più pessimisti.
In essi, al narratore non interessa la catastrofe in sè e il suo antefatto (che si tratti di epidemia, come in Io sono leggenda), o olocausto nucleare (come nei vari Interceptor, Mad Max e altri, tra i quali si distingue per la sua poeticità il già citato La strada), bensì il dopo: i film post-apocalittici iniziano a catastrofe già avvenuta, precipitando lo spettatore nel bel mezzo del mondo atroce (senza apparente redenzione) che verrà.
E il "dopo", il più delle volte, è davvero da incubo: pochissimi i soravvissuti, un'umanità degradata, senza risorse e senza morale, homo homini lupus, cannibalismo, mutazione genetiche indotte dalla radioattività e dall'imperversare delle radiazioni UV. Disperati che migrano di continuo alla ricerca di sempre più magre risorse, nomadi, cittadelle governate da delinquenti e fondate sulla legge del più forte e della sopraffazione.
In questo senso, i film post-apocalittici danno corpo alle nostre paure più profonde, perchè propongono l'estrapolazione estrema di un mondo senza sicurezza.


Ma torniamo al Codice Genesi...
Il titolo del film in Italiano è fuorviante, perchè si se si cerca in internet "codice genesi" si ritrova del materiale attinente ad alcuni filoni di lettura della Bibbia di tipo occultistico, legati allo studio della ricorrenza di determinate parole chiave, posizionate in modi tali e con tali frequenze da lasciar suppore che la disposizione delle lettere corrisponda ad un qualche progetto, di cui è ignoto il disegno.
Il titolo in Inglese, invece, è semplicemente The book of Eli.
In entrambi i casi, il titolo comunque - e insospettabilmente - rilancia la funzione della Bibbia, come strumento di salvezza, in quanto "libro dei libri".
Il mondo è andato in rovina.
Sin dalle prime battute si presenta allo spettatore uno scenario post-apocalittico.
Distese desertificate, abitazioni distrutte, relitti di metallo, polvere, cenere.
Ad acccrescere la desolazione di un paesaggio che -nella sua inospitalità - sembra quasi lunare, i registi hanno privilegiato scelte cromatiche ridotte al minimo, in cui dal bianco/nero molto contrastato, si passa a viraggi seppiati oppure a cromatismi ipersaturi sempre molto contrastati.
Un viandante, Eli (Denzel Whashngton), cammina lungo le immense strade rettilinee che solcano il deserto postnucleare.
E' diretto ad Ovest.
Questa, a quanto sembra, è la sua missione.
Tra le cose essenziali che costituiscono il suo bagaglio di nomade, possiede un libro antico.
Lo legge ogni giorno, ogni sera.
Lo conosce a meraviglia. lo recita.
Eli vive in profonda solitudine. ma possiede il suo libro e ha una missione da compiere.
Da 30 anni, da quando si è salvato dalla catastrofe, va avanti nel suo cammino, che presenta delle interruzioni, per poi riprendere, sempre diretto ad Ovest.
Eli è anche un guerriero.
Il mondo è popolato da sopravvissuti inselvatichiti e degenerati, da uomini che hanno perso la rettitudine e che, per sopravvivere, si dedicano alla rapina e al cannibalismo.
Eli, nei suoi incontri, mai benigni, si difende.
Sa difendersi perchè è un guerriero: conosce l'uso della spada e delle armi da fuoco e ha delle capacità marziali non comuni. E si difende ferocemente, perchè la sua missione è la cosa più importante.
Il film si muove tra scenari alla Interceptor (l'antefatto a Mad Max) e alla Mad Max (con particolar riferimento a Mad max Beyond the Thunderdome), ma fa anche l'occhiolino a La strada di Cormack McCarthy e alla recentissima versione cinematografica che ne è stata tratta.
Ma, malgrado le similitudini con gli scenari post-apocalittici cui quelli citati e tanti altri film ci hanno abituato, riserba delle sorprese che sono collegate a quel libro che Eli porta con sé e da cui legge ogni giorno.
Un libro di "potere", poichè tutte le copie di esso esistenti, il giorno dopo l'olocausto nucleare, sono state distrutte, perchè sono state considerate alla radice del male e degli odi.
Quella che Eli possiede è l'ultima copia sopravvissuta al rogo.
E' un libro che fa gola a chi vorrebbe prendere di nuovo iin mano le rediini d'una parvenza di governo, ma per motivi non legittimi: il Libro, infatti, contiene le parole giuste, quelle che conferirebbero a chi le pronuncia un potere immenso, come è accaduto in passato, come è con i fondamentalismi che fomentano gli odi e che consentono di manipolare i "credenti".
Con il riferimento al rogo dei libri, la trama strizza l'occhio a Farenheit 451 (Ray Bradbury) e al film che ne è stato tratto (Truffaut).
Eli, il profeta, alla fine riuscirà a compiere la sua missione, salvando ill libro, in un modo insospettabile, mentre il falso profeta (impersonato dal vilain Gary Oldman) rimarrà con un pugno di mosche in mano, mentre il mondo di potere e di violenza che aveva cercato di costruire crolla miserevolmente.
Eli si purifica e si santifica, con il compimento della sua missione.
Una parte cameo è riservata a Malcom McDowell (Arancia meccanica), nei panni del curatore della biblioteca di volumi preziosi per l'Umanità messì in salvo nell'isola fortificata di Alcatraz (la meta finale del viaggio di Eli) e a Jennifer Beals (Flashdance), nella parte della madre cieca di Sonora, la giovane donna che, prima per interesse, poi per fede, si unisce alla causa di Eli, accogliendo infine il suo lascito e tornando ancora una volta nel mondo distrutto, per diffondere il Verbp, come monaca-guerriera.
Il film riserva ben più di una sopresa: è molto godibile, intenso, anche se non mancano scene di violenza estrema che però sono riassorbite dalla complessiva validità delal trama e dall'intenso significato simbolico della vicenda.
Ci si chiede, tuttavia, come è possibile che la censura italiana abbia bloccato l'immissione nei circuiti cinematografici de "La strada" tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy, giustificando un simile provvedimento con la crudezza di alcune scene e che abbia invece autorizzato la diffusione di questo film che, in fondo, tratta eventi dello stesso tipo e con toni assolutamente simili.
un film che, malgrado gli accessi splatter, riesce ad essere profetico e visionario.
Eli si muove nel mondo bruciato come una sorta di monaco-guerriero, veicolando con sé un verbo profetico.
Eli è come Elia, uno dei maggiori profeti della Bibbia, che oltre a diffondere il verbo di Dio, fu un valente guerriero, in nome di Dio, ed in una celebre battaglia uccise - da solo - così narrano le scritture del Vecchio testamento - 450 guerrieri.
E, come ogni profeta, Eli, probabilmente è...
Ma questa è una delle sorprese che occorre lasciare intatta agli spettatori.

Per vedere il tralier, clicca qui.
Il codice genesi
Il “Codice Genesi” (o Codice della Torah) è un codice che si sostiene sia stato intenzionalmente integrato nei testi della Bibbia, individuabile ricercando particolari sequenze di lettere equidistanti. Ad esempio, partendo da una lettera qualsiasi, possiamo prendere in considerazione solo le lettere n-esime nel testo, ovvero le lettere spaziate a intervalli regolari di n caratteri, esclusi gli spazi fra parole. Se si setaccia secondo tale schema un intero libro biblico, come la Genesi, il risultato è naturalmente una lunghissima successione di lettere.
Per saperne di più, clicca qui.

Scheda film

Regia: Albert Hughes, Allen Hughes;
Interpreti prrincipali: Denzel Washington, Gary Oldman, Mila Kunis, Ray Stevenson, Jennifer Beals.Frances de la Tour, Michael Gambon, Tom Waits, Lateef Crowder, Malcolm McDowell, Chris Browning, Evan Jones, Joe Pingue, Lora Cunningham, Scott Michael Morgan, Don Tai, Luis Bordonada, Richard Cetrone, Keith Davis;
Titolo originale: The Book of Eli;
Genere: thriller, science fiction;
Ratings: Kids+16; Durata: 117 minunti;
Origine: USA 2010 01 Distribution;
Uscita nelle sale italiane: venerdì 26 febbraio 2010

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