Tutto inizia così.
Sto passeggiando con Frida che, ad un certo punto, si ferma e si mette seduta, continuando a fissarmi.
Io per un po' mi allontano (evidentemente, Frida non era al guinzaglio) e poi mi giro a guardarla.
E' sempre seduta che mi fissa. Ma noto, sullo sfondo chiaro del marciapiede di cemento, che - accanto a lei - vi è un esserino identico, ma proprio minuscolo, nella stessa identica postura.
Cosa sarà mai? Mi avvicino per guardare meglio, con cautela per non impaurire la creaturina.
Mi avvicino e osservo con attenzione.
Di cosa si tratta?
Non ci crederete...
Certo, non sono bravo in entomologia: ma quello che vedo dovrebbe essere simile o a un grillo oppure ad una mantide religiosa.
L'armaluzzu è sicuramente di un bel colore verde brillante.
Ma la cosa più curiosa di tutte è che è accomodato nella tipica posizione seduta dei cani.
Il lato meraviglioso della faccenda non finisce qui: dopo un attimo l'esserino - la mantide, così la chiameremo per convenzione narrativa - comincia a muoversi e s'addentra in un ciuffo d'erba cresciuta tra gli interstizi del cemento...
Io penso che sia scappata, intimorita dalla mia eccessiva vicinanza, oppure che sia andata a rifugiarsi in una tana.
Invece no. Ritorna spavalda, reggendo tra le esili zampine anteriori un piccolo quadretto di legno dipinto di dimensione commisurate alle proprie e comincia a trasportarlo.
Il quadro ha un'immagine che vedo distintamente, ma ora - raccontando - non saprei più dire di cosa si trattase.
Io dico tra me e me: "Wow!!! Ho a che fare con lo scoop del secolo! Devo assolutamente documentare questo momento!"
Tiro fuori dalla tasca il mio I-phone e, con dita impacciate, comincio ad armeggiare per scattare una foto.
Ma, come da copione in questi casi, non ci riesco.
Sbaglio clamorosamente, attivo altre applicazioni. Esce fuori un jack-in-the-box, poi si trasforma in pistola ad acqua con tanto di spruzzo, fa più volte beep beep come un clacson d'auto d'epoca e diventa perfino un coltellino svizzero, ma niente foto.
"Pazienza! - mi dico - ho perso l'occasione".
Quando mi riprendo dalla confusione, noto tuttavia che la mantide non è scomparsa, ma si è soltanto spostata in un luogo più elevato: in particolare sulla cassettina dei citofoni del vicino ingresso condominiale, dove ha disposto il quadretto in bella vista - come fosse in una pinacoteca - per posizionarsi di nuovo seduta sul suo bordo superiore e, da lì, ferma ad osservare con fierezza il mondo.
"Ho a che fare con una mantide spavalda ed esibizionista! Orsù, non tutto è perduto!" E, di nuovo, mi accingo a scattare la fatidica foto.
La mantide sembra soddisfatta dei miei armeggiamenti e si sposta di continuo per assencondarmi e per essere sempre a favore di obiettivo.
Riesco così ad inquadrare dei bei primi piani. Una foto, due, tre, quattro. E magari, spinto dall'entusiasmo anche cinque e sei...
Sei: penso dii averne a sufficienza e mi fermo.
[stacco]
Arrivo al Diving dove mi stavo recando.
La sede non è nel solito posto, ma in una specie di carrozzone-caravan.
All'interno c'è anche Margo, ed altri, ma nessuno di quelli che già conosco.
Appena entrato, con concitazione, prendo a raccontare la mia avventura e del motivo per cui sono arrivato tanto in ritardo.
Parlo, racconto, la voce rotta dall'emozione.
Ma nessuno mi dà conto più di tanto.
Capisco che tutti pensano - forse, all'infuori di Margo - che sto sparando cazzate a tutto spiano.
"I'm not talking bullshit!"
Allora penso "Ma io ho la prova di ciò racconto" e metto mano all'I-phone.
Prima di arrivare alla galleria fotografica mi impappino di nuovo con le dita, attivando diecimila altre funzioni: questa volta, la bussola, le previsioni meto, google earth e perfino il navigatore satellitare, per non parlare dell'immancabile e beffarda pernacchia che scaturisce dal profondo delle sue viscere.
Insomma, per un attimo, mi sento un paperino.
Per farla breve, finalmente entro nella galleria fotografica e comincio a far scorrere le immagini avanti ed indietro...
Niente, non c'è niente, nessuna delle foto che credevo di aver fatto.
Margo, Margo, ma almeno tu mi crederai, spero!!!
Mi sveglio di colpo (non è vero: il sogno continua ancora per un po' ma non me lo ricordo più bene) e mi ritrovo con l'I-Phone in mano e penso alla classica frase: "Allora era tutto un sogno!!!".
Ma non si sa mai! Prima di affermarlo con assoluta certezza, voglio dare controllatina alle gallerie di immagini: chissà che le foto della mantide esibizionista ed amante dell'arte pittorica non ci siano veramente!!!
Sto passeggiando con Frida che, ad un certo punto, si ferma e si mette seduta, continuando a fissarmi.
Io per un po' mi allontano (evidentemente, Frida non era al guinzaglio) e poi mi giro a guardarla.
E' sempre seduta che mi fissa. Ma noto, sullo sfondo chiaro del marciapiede di cemento, che - accanto a lei - vi è un esserino identico, ma proprio minuscolo, nella stessa identica postura.
Cosa sarà mai? Mi avvicino per guardare meglio, con cautela per non impaurire la creaturina.
Mi avvicino e osservo con attenzione.
Di cosa si tratta?
Non ci crederete...
Certo, non sono bravo in entomologia: ma quello che vedo dovrebbe essere simile o a un grillo oppure ad una mantide religiosa.
L'armaluzzu è sicuramente di un bel colore verde brillante.
Ma la cosa più curiosa di tutte è che è accomodato nella tipica posizione seduta dei cani.
Il lato meraviglioso della faccenda non finisce qui: dopo un attimo l'esserino - la mantide, così la chiameremo per convenzione narrativa - comincia a muoversi e s'addentra in un ciuffo d'erba cresciuta tra gli interstizi del cemento...
Io penso che sia scappata, intimorita dalla mia eccessiva vicinanza, oppure che sia andata a rifugiarsi in una tana.
Invece no. Ritorna spavalda, reggendo tra le esili zampine anteriori un piccolo quadretto di legno dipinto di dimensione commisurate alle proprie e comincia a trasportarlo.
Il quadro ha un'immagine che vedo distintamente, ma ora - raccontando - non saprei più dire di cosa si trattase.
Io dico tra me e me: "Wow!!! Ho a che fare con lo scoop del secolo! Devo assolutamente documentare questo momento!"
Tiro fuori dalla tasca il mio I-phone e, con dita impacciate, comincio ad armeggiare per scattare una foto.
Ma, come da copione in questi casi, non ci riesco.
Sbaglio clamorosamente, attivo altre applicazioni. Esce fuori un jack-in-the-box, poi si trasforma in pistola ad acqua con tanto di spruzzo, fa più volte beep beep come un clacson d'auto d'epoca e diventa perfino un coltellino svizzero, ma niente foto.
"Pazienza! - mi dico - ho perso l'occasione".
Quando mi riprendo dalla confusione, noto tuttavia che la mantide non è scomparsa, ma si è soltanto spostata in un luogo più elevato: in particolare sulla cassettina dei citofoni del vicino ingresso condominiale, dove ha disposto il quadretto in bella vista - come fosse in una pinacoteca - per posizionarsi di nuovo seduta sul suo bordo superiore e, da lì, ferma ad osservare con fierezza il mondo.
"Ho a che fare con una mantide spavalda ed esibizionista! Orsù, non tutto è perduto!" E, di nuovo, mi accingo a scattare la fatidica foto.
La mantide sembra soddisfatta dei miei armeggiamenti e si sposta di continuo per assencondarmi e per essere sempre a favore di obiettivo.
Riesco così ad inquadrare dei bei primi piani. Una foto, due, tre, quattro. E magari, spinto dall'entusiasmo anche cinque e sei...
Sei: penso dii averne a sufficienza e mi fermo.
[stacco]
Arrivo al Diving dove mi stavo recando.
La sede non è nel solito posto, ma in una specie di carrozzone-caravan.
All'interno c'è anche Margo, ed altri, ma nessuno di quelli che già conosco.
Appena entrato, con concitazione, prendo a raccontare la mia avventura e del motivo per cui sono arrivato tanto in ritardo.
Parlo, racconto, la voce rotta dall'emozione.
Ma nessuno mi dà conto più di tanto.
Capisco che tutti pensano - forse, all'infuori di Margo - che sto sparando cazzate a tutto spiano.
"I'm not talking bullshit!"
Allora penso "Ma io ho la prova di ciò racconto" e metto mano all'I-phone.
Prima di arrivare alla galleria fotografica mi impappino di nuovo con le dita, attivando diecimila altre funzioni: questa volta, la bussola, le previsioni meto, google earth e perfino il navigatore satellitare, per non parlare dell'immancabile e beffarda pernacchia che scaturisce dal profondo delle sue viscere.
Insomma, per un attimo, mi sento un paperino.
Per farla breve, finalmente entro nella galleria fotografica e comincio a far scorrere le immagini avanti ed indietro...
Niente, non c'è niente, nessuna delle foto che credevo di aver fatto.
Margo, Margo, ma almeno tu mi crederai, spero!!!
Mi sveglio di colpo (non è vero: il sogno continua ancora per un po' ma non me lo ricordo più bene) e mi ritrovo con l'I-Phone in mano e penso alla classica frase: "Allora era tutto un sogno!!!".
Ma non si sa mai! Prima di affermarlo con assoluta certezza, voglio dare controllatina alle gallerie di immagini: chissà che le foto della mantide esibizionista ed amante dell'arte pittorica non ci siano veramente!!!
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