venerdì 19 dicembre 2008

La serenità edenica di "Blue lagoon" per curarsi dalla volgarità idiota de "L'isola dei famosi"...


Ieri, m'è capitato di rivedere in DVD un film che con la sua trama ingenua ed il lieto finale, mi aveva colpito quando più di vent'anni fa ebbi modo di vederlo al cinema. Si tratta di "Blue lagoon", realizzato dallo stesso regista di Grease ed interpretato da una ancora giovanissima Brooke Shields (allora appena diciasettenne).
Il film, quando venne fuori nel circuito delle sale cinematografiche, pur essendo un per tutti, fece scalpore, perchè i due attori protagonisti erano il più delle volte nudi, con l'esibizione naif del proprio corpo, salvo a trovare forme di delicato pudore soltanto dopo la scoperta dell'amore.
Il film, realizzato con misura e buon gusto, peraltro non creava (e non crea tuttora) aspettive morbose negli spettatori, ma presenta la rivelazione d'un mondo selvatico ed incontaminato, un vero e proprio Eden, in cui i due giovani naufraghi crescono e si sviluppanoin una condizione di purezza" primigenia.
Il mito trattato è quello del fanciullo selvaggio di Rousseau che, pur lasciato in balia di se stesso negli anni cruciali dello sviluppo, si forma con codici etici e comportamentali adeguati a quelli della civiltà da cui proviene.
Non bisogna dimenticare che il film è tratto dal romanzo d'uno scrittore inglese ancora intriso dei codici culturali vittoriani (Henry De Vere Stackpoole, un vero autore di best-selers, per quell'epoca) che, nel suo immaginario, riuscì ad ideare una vicenda decisamente in controtendenza rispetto ai canoni del tempo (e forse proprio per questo "Blue lagoon" ebbe tanto successo di pubblico).
Lo scrittore riuscì pienamente nel suo intento senza lasciarsi intrappolare dalla faccia nascosta e morbosa del puritanesimo della sua epoca.
Il film che ho visto ieri ha appunto questa forte impronta d'innocenza e purezza: il tutto, senza scadere nella melensaggine, ha il sapore fresco della scoperta, sia le gioie sia i timori sia il confronto con il duro mondo al di fuori (in cui vengono accomunati i selvaggi crudeli dediti ai sacrifici umani e i bianchi che vengono alla loro ricerca).
Non vi è mai lo scadimento nella volgarità e ogni sequenza è delicatamente interpunta con scene "documentaristiche" che mostrano la fondamentale bellezza della natura, maestra benigna e dispensatrice di doni (dove perfino delle bacche ritenute velenose fanno soltanto addormentare)
"Blue lagoon" ci offre una visione, tutto sommato, rassicurante e rasserenante che trova il suo contraltare nella rappresentazione decisamente più cupa e pessimista di William Golding nel suo "Il signore delle mosche", che pure venne trasposto efficacemente in film, dove viene mostrato come il confronto con un ambiente selvaggio in assenza degli adulti "educatori" espone i giovani a rischiose derive e alla liberazione di comportamenti violenti.
Secondo me, tutti i giovani dovrebbero vedere questo film (magari assieme al "Il signore delle mosche" che mostra l'altra faccia della medaglia della serenità edenica) per disintossicarsi e riedurcarsi dalla volgarità, dalle finzioni e dai pettegolezzi della becera "Isola dei famosi".

1 commento:

  1. Quelli che seguono alcuni dati "oggettivi" relativi al film discusso.
    Il regista di “Grease”, Randal Kleiser, ha portato sugli schermi la storia d'un amore innocente e sensuale.
    Due bambini, naufraghi, crescono vigorosi e belli in un’isola dei Tropici. L’amore che nasce tra loro è potente e naturale come il mare che li circonda.
    Laguna blu è un film del 1980, diretto dal regista Randal Kleiser e tratto dal racconto La laguna azzurra dello scrittore Henry De Vere Stacpoole.

    Trama
    A metà dell'Ottocento, scampati a un naufragio, i giovanissimi cugini Richard ed Emmeline Lestrange trovano rifugio su un'isola deserta, assieme ad un rozzo marinaio. che, una notte, muore dopo aver dato fondo ad una botte di rum. I due ragazzi, crescendo, imparano a conoscersi e ad amarsi. Scoprono l' amore e hanno un figlio.
    Quando pensano che il figlio si sia avvelenato con delle bacche che proprio il marinaio aveva sempre loro intimato di non ingerire, sono presi dallo sconforto, e ne ingeriscono a loro volta.
    Dalla trama si comprende, però, che le bacche sono dei potentissimi sonniferi e nulla più. Verranno salvati dallo zio, che non aveva mai perso la speranza di ritrovarli vivi: qualcuno chiede: "Sono morti?"... e qualcuno risponde: "No, stanno solo dormendo"

    Note
    Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stackpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con Incantesimo nei Mari del Sud. R. Kleiser, regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. Nel primo film interagivano nel ruolo dei due personaggi principali Jean Simmons e Donald Houston.
    Willie Aames e Diane Lane furono contattati per i ruoli dei protagonisti, ma non li accettarono perché si rifiutarono di dover recitare nudi. Tuttavia la Lane apparve nuda nel 1987 nel film Lady Beware e Aames apparve nudo in Paradise una specie di film-fotocopia di Laguna blu.
    Nel 1991 ne è stato girato un sequel dal titolo Ritorno alla laguna blu, diretto da William A. Graham, con Milla Jovovich e Brian Krause.
    Il film venne girato a Nanuya Leuv, una delle 300 Isole Fiji, ed in parte alla Blue Hole di Port Antonio in Jamaica.

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