domenica 6 giugno 2010

Mery è pulla...: la denigrazione come mezzo di vendetta


Sul marciapiede nei pressi del luogo, dove sino a qualche tempo fa lavoravo, comparve, all’improvviso una scritta, d'un bel blu elettrico.
"Mery è pulla", vi si affermava in modo perentorio.
Il passante che si trovava a leggere un tale messaggio era portato a pensare immediatamente che l'anonimo autore potesse essere un fidanzato tradito, oppure respinto; oppure ancora uno che, avendoci "provato", aveva toppato ed era furente per lo scacco subito.
Chiunque fosse il tizio e qualsiasi cosa gli avesse fatto la Mery in questione, doveva essere veramente arrabbiato.
Dopo alcuni giorni, in cui presumibilmente, la rabbia era stata covata ed alimentata, sul muro di fronte (che fa da recinzione ad un liceo) è comparsa una secondo scritta, questa volta d’un rosso accesso e a caratteri ancora più cubitali. Identico messaggio, stessa impressione di perentorietà definitiva.
MERY T**** e' PULLA!!!, tornava ad affermare l’ignoto graffitaro.
Come a dire: "Per chi non l'avesse capito, è a quella Mery che mi riferisco".
In aggiunta, e per completare la suggestione, sul marciapiedi era stato tracciato con la stessa vernice rossa, un numero di cellulare. Anche in questo caso il messaggio è ovvio: "Telefonate, chiamatela e vedrete come è pulla!"
Con le debite trasposizioni, una tale "messaggistica" in due tempi con relativa escalation, la si può leggere come un fenomeno di "machismo" con un diretto collegamento con il "codice d'onore" vecchia maniera, alimentato da un pensiero rozzo, primitivo ed iper-semplificante.
Se una donna sta con te, deve stare con te, punto e basta. Se ti respinge (e dunque rifiuta o mette in crisi la tua virilità) preferendo un altro, allora è una pulla; analogamente, se rifiuta le tue proposte, galanti e non, è una pulla; in tutte queste circostanze, diventa più che lecito dileggiarla ed esporla al pubblico ludibrio; in fondo non è cambiato molto dai codici di comportamento che, ancora negli anni Cinquanta del secolo scorso, regolavano questo ambito, quando imperversava (ed era sottoposto ad un regime di speciali attenuanti) il delitto d'onore.
Adesso in questo ambito, vediamo l'adeguamento ai tempi nell'uscita dalla dimensione privata all'esibizione pubblica e all'attivazione di una vera e propria campagna denigratoria.
E, in ciò, cattiva maestra televisione e l'esposizione continua alle scadenti trasmisione di gossip da cui siamo bersagliati hanno fatto e continunano a fare indubbiamente la loro parte.

Nota linguistica: nel dialetto siciliano, "pulla" sta per "ragazza di facili costumi", "prostituta".

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