martedì 10 marzo 2009

L'avanzata inarrestabile del punteruolo rosso


In Sicilia le palme continuano a morire infestate dall'implacabile punteruolo rosso.
Sembra che a nulla siano valsi alcuni interventi conservativi con la sperimentazione di metodiche atte a preservare la parte vegetativa delle piante infestate.
Gli esperti dicono che sono oltre 11.000 le palme colpite, già morte o destinate a morire comunque.
La fisionomia di molti luoghi della Sicilia sta inevitabilmente cambiando. E se dovesse proseguire si prospettano gravi amputazioni della tipicità paesaggistica della Sicilia: per fare un singolo esempio, potete immaginare la rotonda di Valdesi senza quelle palme svettanti?
Adesso, è sempre più frequente il triste panorama di palme la cui chioma verde s'è completamentamente disseccata oppure quello di tristi mozziconi di tronco che sporgono dal suolo dopo il taglio radicale delle piante morte.
Gli entomologi sostengono che il "punteruolo rosso" è una meraviglia della natura, quanto a resistenza e a capacità di sopravvivenza, e che, per quanto lo studino, non riescono a trovare un sistema efficace per debellarlo.


Quando una pianta, infestata e morta, viene abbattuta i parassiti l'abbandonano e spostano la loro attenzione sulle piante vicine, ancora sane ed è così che l'infestazione si propaga.
Da qui la necessità di non abbandonare i tronchi tagliati a terra, ma di rimuoverli subito con attenzioni adeguate.
Si notano in questo processo una grande trascuratezza e non giustificabili ritardi.
L'altra misura - a questo punto, soltanto per cercare di limitare il danno - è quella di adoperarsi il più possibile per effettuare una "diagnosi precoce" delle palme già infestate e quella - altrettanto urgente - di agire con tempestività sulle palme presenti nei giardini e nei fondi privati.
Non tutti i proprietari di terreni e di giardini hanno la sensibilità e il senso di responsabilità necessari per sollecitare degli interventi sulle proprie palme.

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