Chissà perchè Ferragosto, divenuto un giorno di vacanza essenzialmente laico e, apparentemente, non legato a nessuna ricorrenza in particolare (anche se chi è cattolico praticante celebra l'Assunzione di Maria Vergine, ma solo dal 1950 - per intervento curiale) sta diventando una festività in cui ci si scambiano auguri e convenevoli.
Di anno in anno, una pioggia sempre più fitta di "Buon ferragosto" e salamelecchi vari.
Poco male: ogni occasione è gradita per ricevere auguri.
C'è il sospetto, tuttavia, che si tratti il più volte di un'attività di routine grazie all'anonima funzione dell'"invia a tutti" disponibile sui cellulari.
Dell'augurio standard e stereotipato, mandato eguale a tutti quelli che sono scritti in una lista, io personalmente non me ne faccio nulla e penso che molti altri la pensino come me, francamente.
Diciamo che il "Buon Ferragosto!" è soltanto una molesta esternazione di maniaci del telefonino.
Meglio sarebbe piuttosto una breve telefonata a pochi amici selezionati - pochi, ma buoni - per dir loro - o sentirci dire - "Cosa fai? Come stai? Vediamoci, se sei in cittò... Facciamo qualcosa assieme...".
Allora, sì: lo strumento tecnologico diventerebbe il vero tramite per rafforzare, con calore e disponibilità, le relazioni e i legami con chi ci è più caro.
Mentre sempre di più, il cellulare - al di là di una superficiale potenzialità nel costruire legami sembra alimentare piuttosto nuove e più profonde solitudini.
Di anno in anno, una pioggia sempre più fitta di "Buon ferragosto" e salamelecchi vari.
Poco male: ogni occasione è gradita per ricevere auguri.
C'è il sospetto, tuttavia, che si tratti il più volte di un'attività di routine grazie all'anonima funzione dell'"invia a tutti" disponibile sui cellulari.
Dell'augurio standard e stereotipato, mandato eguale a tutti quelli che sono scritti in una lista, io personalmente non me ne faccio nulla e penso che molti altri la pensino come me, francamente.
Diciamo che il "Buon Ferragosto!" è soltanto una molesta esternazione di maniaci del telefonino.
Meglio sarebbe piuttosto una breve telefonata a pochi amici selezionati - pochi, ma buoni - per dir loro - o sentirci dire - "Cosa fai? Come stai? Vediamoci, se sei in cittò... Facciamo qualcosa assieme...".
Allora, sì: lo strumento tecnologico diventerebbe il vero tramite per rafforzare, con calore e disponibilità, le relazioni e i legami con chi ci è più caro.
Mentre sempre di più, il cellulare - al di là di una superficiale potenzialità nel costruire legami sembra alimentare piuttosto nuove e più profonde solitudini.
Ottimo, ne convengo. Immaginiamo un pò. Siamo nell'anno 5000000000, è Natale. Presi da buonismo interstellare prendiamo il nostro nuovissimo telefonino (comprato con la tredicesima) e mandiamo un messaggio con la ultimissima ed impersonalissima funzione "INVIA A TUTTI GLI ESSERI VIVENTI DEL COSMO" (in tutti questi anni si è scoperto che in cinquecentotriliardi di pianeti esistono forme di vita intelligente, tutte collegate da un unico gestore telefonico). Pensiamo per alcune ere quale messaggio inviare (la tariffa è economicissima: appena un centesimo per diecimilamiliardi di messaggi) vogliamo assolutamente stupire, odiamo la banalità e poi, al culmine dell'ispirazione, abbiamo una geniale intuizione. Digitiamo la prima lettera (il telefonino è collegato con le nostre onde cerebrali e completa automaticamente il resto della frase) ed il nostro messaggio di augurio è creato: "UNIVERSO TVB"
RispondiEliminaCi sentiamo un pò più buoni ma soprattutto molto intelligenti. Proviamo un senso di gratitudine verso la tecnologia. Felici grattiamo una ricarica