mercoledì 1 aprile 2009

Il fascino discreto delle panchine


Come ho scritto in un altro post, ispirato ad un libricino che ebbi modo di leggere circa un anno fa, le panchine possiedono sempre un fascino speciale.
Sono dei luoghi dove il tempo si ferma e si dilata, mentre la vita attorno continua a scorrere più o meno frenetica.
Seduti su di un panchina, si cessa di essere dei frenetici "consumatori" e si torna ad essere pienamente padroni di se stessi; ci si mette - per così dire - "fuori gioco" e il movimento incessante da cui siamo adesso distanziati assume delle connotazioni quasi surreali.
Ogni volta che, camminando, vi imbattete in una panchina, provatela! Senza esitare...
Ogni panchina non è mai banale e possiede un fascino particolare, ad eccezione di alcune volute da certe amministrazioni comunali "moderniste", fatte proprio con l'intento di distogliere i passanti dal fermarsi a riposare.
Il tempo che spendiamo seduti su una qualsiasi di esse (purchè sia sufficiencentemente comoda), leggendo oppure semplicemente osservando il mondo che ci attornia (e meditando) è un tempo che, autenticamente, ci regaliamo.
Non è mai un tempo perduto.
E' un tempo immobile, eppure denso di accadimenti interiori.

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