mercoledì 7 luglio 2010

Quel vecchio con la fiatella


Scenario: un ufficio postale affollato
Superaffollato, anzi, malgrado il caldo torrido.
Gente esausta che fa la coda da molte ore.
Chi in piedi.
Chi stravaccato sulle poche panche a disposizione, invariabilmente tutte traballanti.
Si distingue tra i tanti seduti, un'avvenente giovane donna.
Una specie di Sabrina Ferilli nostrana.
Capelli neri, lisci.
Zigomi alti.
Espressione un po' languida.
Ha addosso una canottiera dalle spalline sottili e con una scollatura generosa che consente allo sguardo di spaziare su seni abbondanti e sulla profonda valle che li separa.
Abbronzata, gonna sufficientemente corta da mettere in evidenza gambe piuttosto belle e slanciate.
Come tocco finale, unghie dei piedi smaltate di un bel rosso che non offende lo sguardo.
Nella monotonia dell'attesa, la giovane donna rappresenta una visione piacevole ed attraente.
Si sarebbe tentati, da maschi intraprendenti, di attaccare discorso con un qualsiasi pretesto.
Guardo a più riprese nella sua direzione, mentre lei - senza curarsi di chi la attornia - digita indolente sulla tastiera del telefonino.
Poi mi distraggo per un attimo, anch'io intento a rispondere ad un messaggino.
Un attimo solo ed è quanto basta.

Quando torno a guardare nella sua direzione, scomparsa.
Per andar via, avrebbe dovuto passarmi davanti.
E invece si è volatilizzata, sparita in un batter di palpebra.
Al suo posto, adesso, ci sta seduto un vecchiaccio laido che, con il suo fiato puzzolente, ammorba l'aria ogni volta che apre bocca.
Dov'è finita la bella ragazza?
Penso: "Magari è rimasta vittima di un incantesimo e la strega cattiva delle fiabe l'ha trasformata in quel vecchio laido". Magari, come nelle fiabe, bisognerebbe avere il coraggio di avvicinarsi al vecchiaccio e, turandosi il naso per superare l'orrore di quel fiato, baciarlo sulla bocca per spezzare l'incantesimo e far ricomparire la ragazza.
Questo sì che sarebbe un lieto finale di una favola che si rispetti!
La ragazza, allora, ti cingerebbe il collo con le sue braccia tornite e ti bacerebbe con passione, grata per averla liberata dall'incantesimo.
E se, invece, la situazione fosse diversa?
Se il vecchiaccio fosse uno stregone malvagio in cerca di prede da asservire alla sua volontà?
Se ogni tanto il vecchio stregone andasse incontro ad una subdola metamoformosi, apparendo agli astanti con l'aspetto di quella ragazza seducente per attrarre delle prede e poi catturarle non appena le ignare creature si avvicinano a quella che credono essere una bella ragazza da abbordare?
Morale della favola: all'insegna del principio di precauzione, sarà meglio non mettersi grilli per la testa e lasciare andare quel vecchio con la fiatella al suo destino, rinunciando all'illusione di poter essere protagonista della storia di Re Rospo.

1 commento:

  1. E’ incredibile! Nel leggere il tuo post mi è sembrato di rivivere un episodio che è capitato anche a me e vorrei raccontartelo.
    Come te mi ero recata all’ufficio postale per accompagnare un amico e, nell’attesa, mi ero seduta vicino ad una bellissima ragazza. La notai perché assomigliava molto alla Valentina di Crepax e questo mi aveva incuriosito. Ma quello che mi aveva spinto ad osservarla con maggiore curiosità era l’odore della pelle, molto forte e dolciastro che mi riportava ai bazar arabi, tra profumi e spezie. Inoltre aveva lo smalto ai piedi di un arancione fortissimo e lucido, piedi affusolati da ballerina.
    Il suo braccio era leggermente appoggiato al mio e la sua pelle aveva una forte sudorazione che inumidiva a sua volta il mio braccio.
    Ma in un veloce secondo, in un momento di mia distrazione, improvvisamente, l’odore si era trasformato in un puzzo di affettato rancido. Senza nessun movimento, la ragazza era scomparsa.
    Al suo posto un anziano signore, capelli bianchi e denti gialli, un aspetto tra l’arcigno e il giullaresco, una camicia pesante quasi invernale e dei pantaloni di vecchio fustagno scozzese che chinandosi verso il mio viso mi chiese se quello era l’ufficio per pagare le bollette della luce. Esterefatta ero riuscita a risondergli di si. Strana domanda mi dissi.
    Ma dove era finita la giovane donna nella frazione di un secondo? Non poteva essere scomparsa.
    E alla mente mi tornò un brano di Stefano Rosso, Il mago e la ballerina...

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