sabato 20 marzo 2010

Sherlock Holmes contro Dracula: in un apocrifo holmesiano la lotta all'ultimo sangue tra Dracula e Sherlock Holmes


Temo, Watson, che nel narrare le mie piccole avventure abbiate fortemente sottovalutato il vostro contributo nel portare ciascun caso alla sua soluzione. Così come la lanterna più luminosa è inutile fintanto che non viene accesa, la presenza di un genio senza che ci sia qualcuno a stimolarne l’attività è davvero poca cosa. Cosa sarei senza di voi?


Sherlock Holmes e Dracula sono due personaggi letterari partoriti dalla penna di due scrittori britannici (Irlandese Bram Stoker, Inglese Conan Doyle) che hanno avuto una grande risonanza nell'immaginario collettivo.
Come personaggi letterari hanno avuto destini e percorsi diversi: a partire dal vampiro per la prima volta rappresentato da Bram Stoker è scaturita una florida letteratura di genere in cui il "vampiro" in tante declinazioni diverse ha avuto il ruolo di protagonista, mentre Sherlock Holmes, invece, ha avuto in sorte quella di essere rappresentato - letterariamente parlando - il più delle volte in "apocrifi", cioè in testi scaturenti formalmente sempre dagli appunti di Watson, il fidato compagno di avventure di Sherlock Holmes, nonchè suo biografo ufficiale, e pertanto rispettosi del "canone" cioè dell'insieme di racconti e romanzi ufficiali (quelli - per intenderci - scritti da Sir Arthur Conan Doyle).
Non ci si può improvvisare pertanto scrittore di un apocrifo holmesiano.
Occorre che siano soddisfatte almeno tre condizione di base:
  1. bisogna essere degli appassionati lettori delle avventure di Sherlock Holmes e del suo amico Watson;
  2. bisogna essere dei conoscitori "dotti" dell'intero canone che è fatto di date, di cronologie, di corrispondenze, ma anche di armonie linguistiche;
  3. bisogna essere in condizione di fare un passo indietro come scrittore, per proporsi soltanto come "curatore" di un testo che è stato scritto da un altro e che è stato fortunosamente ritrovato.
Loren D. Estleman che si presenta come curatore del manoscritto mai prima edito del dott. John H. Watson possiede tutti i requisiti richiesti: è un appassionato conoscitore delle opere di Sir Arthur Conan Doyle e, segnatamente, di quelle che hanno Sherlock Holmes come protagonista (ma è stato anche un appassionato lettore di Bram Stoker e del suo Dracula); ha lavorato duramente leggendo e rileggendo i racconti e i romanzi del canone; ha saputo entrare perfettamente nel gioco di ruolo che si è assunto come "curatore" di un inedito manoscritto di John H. Watson.
Per quanto riguarda la conoscenza del canone holmesiano, nella postfazione racconta:
...eppure la Settima Arte non riuscì a raffigurarli nel modo giusto fino agli anni '80, quando la BBC scelse Jeremy Brett e David Burke (...) per una lunga serie di successo. Dato che all'epoca in cui scrissi la serie in questione non era stata ancora prodotta, dovetti accontentarmi di rileggere all'inizio di ogni giornata lavorativa uno dei cinquantasei racconti originali o qualche pagine di uno dei quattro romanzi, tanto per dispormi nello stato d'animo più giusto (p. 236).
Sherlock Holmes contro Dracula (che, nel titolo originale, è Sherlock Holmes vs Dracula or the Adventure of the Sanguinary Count) pone un 'interessante questione.
Se le vicende narrate da Bram Stoker si svolgono nel 1890, come è possibile che Sherlock Holmes così attento ai fatti criminosi che si svolgevano nella Londra del suo tempo non si sia accorto di questa presenza inquietante e, soprattutto, non si sia attivato in una sua indagine risolutiva?
Il manoscritto rinvenuto da Loren D. Estelman dà appunto una risposta efficace a questo quesito e restituisce a Sherlock Holmes un ruolo decisivo nell'allontanamento del Conte Dracula dal suo tentativo di insediamento in Inghilterra e forse anche di un suo "sbarco" in America, anche se rimarrà appannaggio di Van Helsing & Company, la distruzione finale di Dracula, nei tempi e nei modi che sono stati raccontati da Bram Stoker.
Per alcuni dettagli vi è una corrispondenza quasi perfetta, nello svilupparsi della vicenda, con i fatti narrati da Bram Stoker, anche se da un certo momento in avanti, le traiettorie dei personaggi divergono e l'avventura della coppia di investigatori nella sua lotta contro Dracula si fa autonoma e originale, pur rispettando la tempistica cronologica del canone holmesiano.
L'accanimento di Holmes contro il Conte "sanguinario" trova delle motivazioni interpretative attuali che, peraltro, vengono riprese in una moderna ermeneutica del vampiro da Vito Teti, nel suo saggio "La malinconia del vampiro. Mito, storia, immaginario" (riedito recentemente con alcune aggiunte rispetto alla prima stesura (Manifestolibri, 2007).
Dracula, in quanto rumeno (e dunque "straniero") sarebbe la personificazione del migrante, il prototipo del clandestino che arriva in un paese altro, nel quale non può avere nemmeno una sua ombra, nè immagine riflessa allo specchio, quindi in possesso di una corporeità negat (o negativa), costretto a vivere in vecchi edifici abbandonati una vita notturna, nascondendosi durante le ore diurne (una sorta di squatter ante litteram), e che viene guardato con ostilità e con rifiuto, fatto oggetto di una caccia spietata sino all'espulsione.
Secondo questa interpretazione, il vampiro è un "diverso" che non può essere accettato dalla società nella quale ha deciso di impiantarsi come un corpo estraneo.
E come non evocare nella figura del rumeno più terrificante della storia (...) l'immagine stereotipa dello straniero infido e pericoloso. Quello che viene a turbare l'armonia e la pace del natìo borgo leopardiano che è in ognuno di noi (...), anche se in quel borgo noi autoctoni siamo capaci di combinarne di cotte e di crude ( dall'introduzione di Paolo Zaccagnini, Una storia di due stomaci).
L'apocrifo di Estleman è datato, in quanto venne stampato per la prima volta nel 1978 (del 1973, invece, il più celebrato apocrifo holmesiano La soluzione sette per cento di Nicholas Meyer): entrambi hanno fatto da battistrada ad un numero davvero ragguardevole di romanzi ispirati al grande detective, anche se non tutti sono stati presentati dal loro autore come "apocrifi".
Il romanzo di Estleman, e il suo prequel "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Holmes" hanno visto nella madre patria un grande consenso di pubblico e il succedersi di ristampe, compreso un adattamento radiofonico - della prima delle due opere - trasmesso dalla BBC nel 1981 con un tale successo da essere mandato di nuovo in onda l'anno successivo.
In effetti, l'apocrifo di Estleman si legge con grande piacere.
Innanzitutto, perchè regala agli appassionati di Dracula o di Sherlock Holmes (o di entrambi) un'atmosfera familiare e ben conosciuta, ma anche quei necessari elementi di sorpresa e di novità tali da creare suspence e interesse sugli sviluppi della vicenda.
E non mancano nemmeno accativanti elementi di ironia e di pathos drammatico, tra i quali annovererei l'appostamento nella brughiera, il confronto tra il gruppo di ammazzavampiri capeggiato da un magnetico Van Helsing, l'incontro fatidico tra il Conte Dracula e Sherlock Holmes, ma soprattutto l'inseguimento marittimo mozzafiato nelle acque antistanti il porto di Whitby.
Alla Gargoyle Books va il merito indubitabile di avere proposto in traduzione italiana questo piccolo gioiello di Loren D. Estleman, a cui ha fatto seguito la pubblicazione del citato "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Holmes".
Nella lettura del romanzo "curato" da Loren D. Estleman si intravede un lavoro accuratissimo di cui danno testimonianza le numerose note al testo che rimandano a dettagli esplicativi o cronologici del canone holmesiano, ma è anche più che accurata l'edizione italiana, con la scorrevole traduzione di paolo De Crescenzo e corredata com'è dalla bella introduzione di Paolo Zaccagnini, non priva di qualche riferimento interpretativo innovativo.

Dal risguardo di copertina
È l'anno 1890. Una nave fa naufragio sulla costa inglese, l'equipaggio è scomparso, il capitano è stato assassinato, l'unico passeggero è un sinistro cane nero. Il mistero, di cui nessuno riesce a venire a capo è pane per i denti dell'inimitabile Sherlock Holmes, ma per la prima volta nell'arco della sua esaltante carriera il grande detective è in difficoltà. Risulta evidente che gli uomini dell'equipaggio sono stati uccisi e gettati fuori bordo, ma cosa può spiegare l'espressione di orrore stampata sul volto del capitano, il suo fatale dissanguamento, e lo strano carico della nave - cinquanta casse di terra? Il gioco è aperto e Sherlock Holmes, assistito come sempre dal fedele Dottor Watson, si viene a trovare sulle tracce del re dei vampiri in persona - il Conte Dracula...
Una nota biografica su Loren D. Estleman

Dall'apparizione del suo primo romanzo nel 1976, Loren D. Estleman ha pubblicato 60 libri e centinaia di racconti e articoli. Considerato una vera e propria autorità in due generi letterari, il western e la detective-story, ha collezionato 17 vittorie e decine di nomination nei più importanti premi "dedicati", compreso Il National Book Award e il Mystery Writers of America Edgar Allan Poe Award.

E' anche un autorevole critico letterario e scrive recensioni per il New York Times e il Washington Post. Nato e cresciuto nel Michigan, si è laureato nel 1974 alla Eastern Michigan University in Letteratura Inglese e Giornalismo.

Si autodefinisce uno scrittore "lento", pur trascorrendo sei ore ogni giorno alla macchina da scrivere (niente computer...).

Appassionato fan di Conan Doyle e membro della Società holmesiana "Gli Irregolari di Baker Street", ha dedicato al grande detective due romanzi in cui lo contrappone a quelli che definisce i più famosi super-cattivi della letteratura vittoriana...: Dracula e il Dottor Jekyll. "Sherlock Holmes contro Dracula" è stato tradotto in 23 lingue e continuamente ristampato dall'anno di prima pubblicazione (1978).

Per visitare il sito personale di Estleman, clicca qui.

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