lunedì 14 settembre 2009

Nel nuovo romanzo di Claudia Priano il tema della violenza fisica e psicologica sulle donne


Proprio questa mattina ho finito di leggere l'ultimo romanzo pubblicato di Claudia Priano (per me, il primo dei suoi romanzi che mi capita di leggerei).
L'acquisto del libro è avvenuto causalmente: di esso mi hanno intrigato il titolo, ma anche il nome della protagonista e voce narrante della storia: Margherita...
Il romanzo è essenzialmente una storia di solidarietà tra donne e una riflessione sulle molte forme di violenza (da quella sottilmente psicologica a quella fisica sino alle ferite e alle lesioni) che gli uomini infliggono alle donne in un intreccio che non trascura di toccare anche il tema di quella sottile ed indefinibile forma di violenza degli uomini che è l'assenza, la distrazione, il poco interesse.
In appendice, giusto per dare sostanza documentaria alla vicenda narrata, infatti, è riportata una sintesi dei risultati della ricerca Istat 2007 sul fenomeno della violenza fisica e sessuale contro le donne.
Il romanzo della Priano ha, dunque, anche una valenza fortemente sociologica, ma nello stesso tempo gioca delicatamente sui sentimenti e sulle angoscie di Margherita che, anch'essa del tutto sola (il suo compagno impegnato come giornalista in un lontano teatro di guerra è del tutto assente), per potere essere d'aiuto ad Anna, la fragile dirimpettaia abusata dal marito ed incapace di ribellarsi, dovrà lavorare sui suoi ricordi d'infanzia più penosi, imparando anche ad acquisire la consapevolezza che alcuni problemi si possono superare più facilmente se si riesce a costruire una rete di solidarietà amicale tra donne.
Il ritmo lento della narrazione non disturba, anzi, aiuta alla costruzione, nella prima parte del romanzo, di un'atmosfera fortemente claustrofobica, in cui le ansie di Margherita sono amplificate dal riversarsi - nel suo spazio privato - dei terrori di Anna e favorisce lo sviluppo dell'altro importante leit motiv che è quello di solitudini che si uniscono generando conforto, accoglimento, possibilità di aiuto.
Decisamente un bel romanzo. Non mi ha annoiato. Anzi, mi ha appassionato. Non riuscivo mai a fermarmi quanro avrei voluto...

Claudia Priano, Smettila di camminarmi addosso, Guanda, 2009

Questa, in sintesi, la storia narrata nel romanzo:
Margherita, scrittrice e donna in crisi, va a vivere in una nuova casa con il suo compagno. Ma lui, Sergio, giornalista e corrispondente di guerra, è sempre assente e lei deve affrontare il trasloco e le difficoltà del cambiamento da sola. Nel silenzio del nuovo appartamento, forse per distrarsi, comincia a prestare attenzione alle voci e ai rumori del palazzo. Così, a poco a poco, incredula, dubbiosa, ascoltando quello che le arriva attraverso una parete più sottile delle altre, finisce per scoprire l'inquietante e ambigua realtà di Anna, la sua vicina, una donna con due figli, picchiata e maltrattata dal marito. O è solo il frutto della sua immaginazione? Un eccesso di fantasia in un momento di fatica e di debolezza? Margherita, a distanza ogni giorno più ravvicinata, scruta Anna, la sua famiglia in apparenza normale. E in quella donna, nei suoi lamenti che filtrano dalle pareti, in quel segreto imprigionato tra le mura domestiche, lei si riflette, quasi in un gioco di specchi, che la disorienta e la sorprende.

Claudia Priano è nata e vive a Genova. Per Aliberti ha pubblicato i romanzi Cose che capitano (2006) e Con il cuore leggermente indolenzito (2007). Per Kowalski, Medicina generale (2007), trasposizione romanzata della fiction di Rai Uno. Collabora con il quotidiano online www.mentelocale.it.


Nella foto, Claudia Priano, autrice di "Smettila di camminarmi addosso", Guanda 2009

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