martedì 5 agosto 2008

La chiocciolina che voleva toccare il cielo

Camminavo nel caldo d'un giorno d'estate, quando mi sono imbattuto in una chiocciolina.
Stavo per passare oltre, ma una vocina sottile mi ha trattenuto.
"Chi sei?"
"Sono un viandante"
"Dove vai?"
"Non lo so. E' la strada a portarmi, non so ancora dove mi condurrà."
"Ce l'hai un nome?"
"No, nessuno me l'ha mai dato, ma se vuoi puoi chiamarmi Wanderer"
"E tu, invece, ce l'hai un nome, chiocciolina?"
"Un tempo ero una principessa ed il mio nome era Noemi"
"Non ti chiederò certo come sei diventata chiocciola..."
"Fai bene: sarebbe una storia troppo lunga da raccontare! Però, siccome mi fai simpatia, forse un giorno te la racconterò, ma non adesso. Per ora, fa persino troppo caldo per parlare."
"Piuttosto, dimmi, chiocciolina - o dovrei dire Noemi? - cosa ci fai appollaiata là sopra? Questo sì che mi incuriosisce!"
"Dopo che sono stata trasformata in chiocciola, mi sono ritrovata in un bel campo di erba verde e tenera. C'era tanto cibo a disposizione e si stava al fresco. Poi, purtroppo, è venuta la siccità e il bel campo verde si è trasformato in un'arida e polverosa distesa di stoppie. Ho pensato che avrei potuto morire di fame e di sete. Mi sentivo soffocare!"
"E, allora, cosa hai fatto?"
"Lo vedi, no?"
"Cosa devo vedere?"
"Ma dai, sciocco, perchè secondo te sono quassù?"
"Non ho molta fantasia, chiocciola-Noemi. Io sono solo un povero viandante... Dimmelo tu!"
"Come ti ho detto, morivo dal caldo in mezza all'erba secca. Di lì a poco sarei morta di stenti. Ho visto quest'affare e ho pensato che fosse una torre che saliva ardita verso il cielo. Allora, pian pianino, ho preso ad arrampicarmici su. Sinceramente, pensavo che sarei riuscita ad arrivare sino al cielo il cui azzurro è così intenso da farmi venire male al cuore..."
"E poi, cos'è successo?"
"Niente!"
"Come, niente?"
"Sono arrivata, dopo giorni e giorni di lenta arrampicata, proprio qui dove tu mi vedi, sulla guglia della torre, ed oltre non si può andare".
"E cosa fai?"
"Aspetto!"
"Aspetti?"
"Sì, aspetto di poter arrivare a quel bel cielo blu, di poterlo tastare con le mie antenne: non ho ancora perso le speranze di poterlo raggiungere, un bel dì. Così è scritto nel libro delle profezie, a quanto sembra: che dovrei farcela. I saggi dicono che sia molto bello lassù. Ma ho anche la convinzione che, se potrò arrivare al cielo, riavrò le mie sembianze di principessa, benché non abbia di che lamentarmi della mia vita di chiocciola. Mi ha insegnato tanto e, soprattutto, mi ha dato il dono dell'umiltà."
"Come passi il tuo tempo?"
"Guardo il bel cielo su di me ed i suoi colori cangianti. Ascolto il frinire delle cicale e lo stormire delle foglie di quegli alberi lontano. A volte, mi limito ad ascoltare il suono del silenzio. Certe volte cado nel deliquio del sonno e sogno del tempo in cui ero una principessa. Qualche volta canto, anche se nessuno può sentire la mia voce che è tanto esile e sottile. Però, una cosa ti posso dire: non mi annoio mai. Mi riparo dal caldo: vedi bene come mi sono sigillata dentro il mio guscio. Durante la notte arriva un po' di rugiada che mi dà sollievo. Ma non ho ancora ho perso le speranze di poter riprendere il mio cammino, un giorno. Quando sarà, sarà. Anche se dovesse venire la pioggia e il campo ricoprirsi di erba succosa, non rinuncerei mai al mio sogno del cielo"
"Ti capita mai di soffrire, di desiderare qualcos'altro?"
"Affatto! Penso che quando, alla fine, raggiungerò la mia meta, la mia conquista sarà ancora più dolce proprio per tutta questa paziente attesa... In uno dei miei frequenti sogni, un saggio dall'aspetto antico - con una grande barba fluente e lo sguardo severo mi ha detto con voce grave che se non ci sono fatica e offerenza, non ci può mai essere alcuna conquista. 'No pain, no gain', egli ha detto solenne: questa frase mi frulla per la testa ma non ne conosco il significato".
"Ma è quello che hai appena detto prima! 'Non c'è guadagno senza sofferenza'. Lo diceva anche un mio amico, che mi ha fatto da Maestro, tanto tempo fa."
"Ma guarda un po': ci siamo appena incontrati e scopriamo di avere questo punto in comune! Io, il veccho saggio che mi parla nel sogno e tu, il tuo amico-Maestro... Si tratta davvero di una singolare coincidenza, anche se siamo così distanti: io, una piccola e umile chiocciolina, e tu, un viandante."
"Chiocciolina-Noemi, è stato proprio bello incontrarti. Mi hai detto delle belle cose che mi hanno riscaldato il cuore e che porterò dentro di me per il resto del mio cammino. Era da giorni che non scambiavo una parola con qualcun'altro. Ma adesso devo andare: la strada mi chiama imperiosa."
"Ciao a te, allora, Wanderer! Anche per me è stato bello incontrarti: ti sei fermato e mi hai rivolto la parola. Tanti passano e nemmeno si accorgono di me, anche se io cerco di attirare la loro attenzione. Penso che ci siano tante affinità tra noi: io voglio raggiungere il cielo, tu sei attratto irresistibilmente dalla strada. C'è qualcosa che ci spinge ad andare, ma non so bene cosa... Magari, se ci incontriamo di nuovo, un giorno, potremo capirlo meglio..."
"Ciao, io vado allora..."
"Va bene, va bene, ma ricordati che se ripassi di qui potresti ritrovarmi ma nella forma di principessa..."
"E come farò a riconoscerti?"
"Stai tranquillo, non avrai alcun dubbio: sarà il tuo cuore a dirti che sono proprio io, Noemi."


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