sabato 4 dicembre 2010

Se incontrate un nano da giardino, non fermatelo: sta facendo il giro del mondo


Cos’è un nano da giardino?
Molti forse lo sanno. Altri no.
Molto semplicemente: un nano da giardino è una rappresentazione di uno gnomo o di un nano sotto la forma di una statua di piccola taglia, utilizzata per decorare i giardini. Tradizionalmente, il nano da giardino ha la barba bianca, la pelle rosa e un berretto rosso; è vestito d'un paio di pantaloni e da un soprabito di vari colori. La variabilità negli abiti, soprattutto nella foggia e nei colori del soprabito, è ammessa.
Inizialmente apparsi in Germania nel XVII secolo, i nani da giardino sono stati importati nel Regno Unito nel 1874 da un certo sir Charles Isham, che da un viaggio in Germania portò con sé ben ventuno personaggi in terracotta, disponendoli come ornamento del giardino della sua casa nel Northamptonshire.
Oggi, esistono diverse qualità di nani da giardino, dalla scultura autentica alla statua in plastica prodotta industrialmente. A volte, ai nani da giardino, è abbinata una Biancaneve, le cui fattezze sono ispirate alla Biancaneve di Walt Disney.
Negli ultimi decenni del XX secolo si è sviluppato un movimento spontaneo per la “liberazione” dei nani da giardino, a partire dalla con stazione che i nani messi in mostra in un’ostentata immobilità fossero delle povere “anime” prigioniere, cui doveva essere donata la libertà.
A partire da queste origini “spontanee”, si è costituito il Fronte [internazionale] di Liberazione Nani da Giardino (FLNG), di ispirazione “goliardica”, con lo scopo programmatico di liberare i nani da giardino. Secondo gli aderenti, i nani, essendo completamente indifesi, sono preda di malvagie persone che li imprigionano nei loro giardini; e, essendo creature nate nei boschi, soffrono enormemente nel dover vivere intrappolati nei giardini, costretti a mostrare con i sorrisi stereotipati che hanno dipinti sul volto una finta allegria.
I nani liberati, secondo il manifesto del FLNG è quello di riportare i nani nel loro habitat naturale.
Si ritiene che i nani ricambino la gioia della ritrovata libertà, portando fortuna al loro liberatore. Alcuni potrebbero sorridere dopo aver letto queste parole e sentirsi presi in giro da quella che ha tutta l’aria di una bufala.
No, invece: il movimento esiste davvero.
Ha un suo sito web che offre anche delle mappe, contenenti indicazioni sui luoghi in cui vi sono dei nani da liberare e un bollettino, tenuto costantemente aggiornato sui nani liberati, alcuni dei quali vengono spinti ad intraprendere il giro del mondo o viaggi più o meno lunghi, dei quali viene fornita frequentemente anche documentazione fotografica. Il FLNG affonda le proprie radici in Francia, intorno alla metà degli anni novanta e da lì si è espanso sempre più, oltrepassando anche i confini francesi ed approdando anche in Italia dove però i liberatori non si limitano a "riportare" i nani nel bosco come in Francia, ma provvedono anche a liberare le lo loro anime dalla prigione in gesso in cui sono racchiuse, rompendoli (ed evitando così una nuova cattura).
L’organismo italiano si chiama MALAG (Movimento Autonomo Liberazione Anime da Giardino) e possiede pure un suo sito web (dove si possono anche leggere notizie di nani da giardino liberati che stanno compiendo il giro del mondo). In Germania, esiste un movimento simile, ma forse (virtualmente) più cruento che si è auto battezzato Fronte per L'Olocausto dei nani: è volto infatti all'eliminazione dei nani da giardino anziché alla sola liberazione. Gli aderenti a questo movimento sono spesso sono protagonisti di atti clamorosi, quali ad esempio il sequestro, la decapitazione e l'esposizione pubblica dei nani rapiti. E’ recente la notizia di sette nani da giardino decapitati (evento verificatosi circa un anno fa a Ponzano, Pordenone).
Ma, senza andare a scomodare, questi inquietanti estremismi che rimandano a forme di giustizialismo cruento ed intollerante, piace forse conservare come sintesi gentile di questo movimento una delle “storie” narrate nel film “Amelie”, in cui la stessa Amelie rapisce uno dei nani dei giardino del padre (che ne possiede un’intera collezione) e, affidandolo ad un’amica hostess, lo fa viaggiare attorno al mondo, con una precisa e puntuale documentazione fotografica polaroid che il padre di Amelie riceve puntualmente a casa e che gli mostra il suo nano da giardino “liberato” in visita ai principali monumenti delle capitali dei cinque continenti: compiuto il giro del mondo il nano da giardino farà ritorno al punto di partenza.
Chiunque quindi potrebbe imbattersi in un nano da giardino “liberato”.
Se ne incontrate uno per strada lasciatelo libero, perché è sicuramente uscito dalle ristrettezze del suo giardino e sta viaggiando orse in giro per il mondo oppure, semplicemente cerca casa: di un anno fa la notizia che si cercava una dimora per 1500 nani da giardino liberati in Australia.


Qualche giorno fa ho incontrato un nano da giardino liberato: questo è il piccolo racconto che ho scritto per illustrare l'evento.

L'altro giorno ho incontrato un nano da giardino liberato. Camminavo con la mia auto diretto al mare, in un bel mattino di fine novembre, quando al passaggio mi è sembrato di intravedere qualcosa sulla linea bianca che segna il limite della carreggiata.
Qualcosa? No, sarebbe meglio dire una personcina...
Un minuscolo autostoppista, forse... Uno sguardo veloce nello specchietto me lo ha confermato. Ho piantato i freni, malgrado il traffico e sono schizzato giù, percorrendo alcune decine di metri di corsa dal punto in cui mi ero fermato. Ecco: era un nanetto da giardino, girato nel senso di marcia dell'auto, dunque in direzione del mare, dove ero diretto pure io.
Tutto è fatidico. "Avrà un senso, quest'incontro" - ho pensato
Il nanetto di plastica, alto poco meno di 10 centimetri, era disegnato con i colori canonici, ma aveva anche un paio di occhialetti e un libro sotto il braccio.
Era dunque un Dotto!
Forse era un Dotto liberato dal Fronte internazionale per la liberazione delle Anime da giardino o dal nostrano MALAG (o forse liberato personalmente da Amelie) e lasciato lì on the road a sbrigarsela da solo: forse, stava per iniziare a percorrere l'intero giro del mondo...
Quanti forse!!!
L'ho preso con me.
Soltanto dopo ho realizzato che, così facendo, stavo traendo il povero nano nuovamente in schiavitù, privandolo di quell'empito di libertà che aveva sperimentato soltanto per poco (il suo minuto corpicino non recava i segni di una lunga permanenza sulla strada: quando l'ho incontrato doveva essersi appena incamminato...).
Mi son detto che sarebbe stato soltanto per poco e che di lì a poco lo avrei liberato. Intanto, a scaricarmi la coscienza dal peso di questi muti rimproveri, l'ho portato con me al mare, assecondando i suoi desideri.
Arrivati sulla spiaggia l'ho posato proprio al limitare della risacca e lui era lì che contemplava incantato il mare, i frangenti, i gabbiani, il cielo azzurro le leggere nuvole cotonose.
Per quanto lo girassi anche verso di me che stavo alle sue spalle, si rigirava di nuovo per rimimare il mare: c'era molta nostalgia in questosuo volgersi verso l'orizzonte lontano. Forse nella sua schiavitù aveva sempre sognato il vasto mare o addirittura l'oceano...
Poi, l'ho portato con me e ho provato a fargli assaggiare il mio prosecco...
Insomma, l'ho davvero considerato un mio pari, un temporaneo ospite.
Da alcuni giorni il nano da giardino è con me: in questo momento mi guarda mentre io batto sulla tastiera.
Di notte, silenziosamente, quando nessuno lo vede, apre il libro che tiene sotto il braccio e legge qualche pagina di antica saggezza.
Lo dovrò liberare presto, per onorare la mia promessa.
Mi piace pensare che si metterà sulla strada per fare il giro del mondo...
Stai tranquillo, nano, ti ridarò la libertà che hai conquistato a duro prezzo, ma intanto non posso fare a meno di apprezzare la tua compagnia quieta e silenziosa.
Che non sia io stesso un nano da giardino?
O forse lo sono stato in una vita precedente.
Non so...
Ho sempre desiderato di poter fare il giro del mondo in un'unica tirata...
Aspetto di essere liberato per partire...


Bisogna anche chiedersi se i nani da giardino abbiano tutta questa voglia di essere liberati: in fondo, il movimento per la loro liberazione si basa su d’una presunzione, cioè che essi vogliano essere liberi…
Ma forse non è così…
Ricordiamoci di uno degli episodi della saga del maghetto Harry Potter.
Hermyone Granger scopre con grande disappunto che i maghi – anche quelli buoni - si servono degli Elfi domestici, che hanno con loro un rapporto molto rigido, servo/padrone. Questo rapporto può essere tuttavia spezzato: è sufficiente regalare un oggetto qualsiasi - anche di scarso valore - ad un elfo domestico per tramutarlo in “liberto”, susctando in lui più che manifestazioni di gioia, espressioni di sommo disappunto. Gli Elfi domestici, infatti non vedono altra possibilità di rapportarsi con i maghi, se non questa e non riescono a concepire di avere con essi un rapporto da pari a pari.
Hermyone, sulla base della sua convinzione di essere nel giusto, vuole portare una ventata di democrazia nel mondo degli Elfi domestici e attiva un “movimento per la liberazione degli Elfi domestici” che si propone appunto di liberare un elfo ogni volta che sia possibile.
Come? Facendogli un dono: ma il più delle volte in questa sua azione idealistica, non trova riconoscenza, ma solo rimbrotti.
I nani da giardino la fanno da protagonisti, proprio alle prese con una migrazione e un cambio di casa, assieme a gerbilli e ad altri animaletti domestici, in un bel racconto favolistico di Margherita Oggero (Così parlo il nano da giardino, Einaudi, 2006), di recente riedito con delle accattivanti e incantevoli illustrazioni di Guido Pigni. E’ lecito pensare, per aprire ulteriori scenari, che i nani da giardino possano liberarsi da soli e da soli partirsene per una migrazione da un luogo all’altro o per un viaggio intorno al mondo, nel corso del quale possono fermarsi per condividere alcuni momenti, più o meno o lunghi, con degli ospiti “sensibili” che comprendano le loro esigenze.
I nani, in una dimensione simbolica, come gli gnomi, loro congeneri, rappresentano in qualche misura un’integrazione complementare alla figura dell’angelo.

L’Angelo (e l’Elfo nella mitologia nordica) sta al cielo e alla trascendenza, come il Nano sta alla Terra.
Come l’Angelo è etereo e rarefatto, così il Nano è terragnolo.
Mentre l’Angelo è perfetto e incorporeo, il Nano è profondamente legato alla sua corporeità imperfetta e alle sue radici.
Mentre l’Angelo conosce i segreti del Cielo, il Nano terragnolo conosce quelli della Terra, è capace di scavarla e di trarne tesori incommensurabili, come gemme e metalli preziosi.
Se l’Angelo fa da tramite tra il Cielo e la Terra, il Nano porta all’uomo i segreti antichi della lavorazione degli elementi e della loro trasformazione e, in questo senso, è il prototipo e il precursore dell'Homo faber.
Per questi motivi, i Nani meritano rispetto, così come gli Angeli, di cui sono la controparte indispensabile.
Tra gli Angeli e i Nani, ci siamo noi, gli Umani, ai quali entrambi portano alternativamente i propri doni, se soltanto sappiamo comprenderli.
Anche gli Angeli, più volte raffigurati nella pittura e nella statuaria, siderati sulle pareti e sui tetti delle chiese in pose sublimi, potrebbero desiderare di liberarsi dalle loro catene e di scendere a terra, mescolandosi agli uomini: è esattamente così che comincia lo straordinario film di Wenders, Il cielo sopra Berlino.
In fondo, dividiamo egualmente la natura dell'Angelo e del Nano.


1 commento:

  1. Ciao. Mi chiamo Franco. Nella saga di Harry Potter gli elfi domestici non si liberano facendogli un dono qualsiasi ma donandogli un indumento. Mi ha fatto riflettere la tua considerazione su nani e angeli. Io ho dei nani da giardino insieme ad una statua della Madonna. Che ne pensi? Vorrei chattare un pò con te. Mi dai il tuo indirizzo email o il tuo profilo facebook?

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