venerdì 31 dicembre 2010

"Le avventure di Sammy": un film di animazione che parla della nostra cattiva coscienza ecologica


"Le avventure di Sammy" (di Ben Stassen, Belgio, 2010) è un film d'animazione che, senza possedere i fasti di un film della Disney-Pixar, si vede piacevolmente, essendo destinato - per le sue connotazioni fortemente didattico-didascaliche - ad un pubblico di piccini che possono apprendere attraverso una storia animata sia elementi preziosi sulla biologia e sulle fasi di vita delle tartarughe sia sulle azioni nefaste dell'uomo contro l'ecosistema.
Infatti, non è soltanto una semplice storia d'animazione per grandi e piccini, ma una storia costruita in modo tale che i bambini possano apprendere, da un lato, la bellezza e il mistero del mare e, dall'altro, i misteri della meravigliosa vita delle tartarughe marine, regolata da ritmi ancestrali e da potenti istinti migratori che le spingono, quando giungono all'età riproduttiva, a compiere lunghi viaggi, a volte di migliaia di chilometri per giungere alle spiaggie di cova, presumibilmente le stesse in cui sono nate.
Oggi le tartarughe marine sono insidiate, oltre che dai predatori naturali (soprattutto dal momento della schiusa delle uova alla prima immersione in mare dei neonati), da molteplici cause dovute all'insensibilità e alla disattenzione dell'Uomo nei confronti della salute del Pianeta: le navi ad elica che solcano i mari, la pesca indiscrimanata in alto mare, l'inquinamento da petrolio e da altre sostanze chimiche, i sacchetti di plastica e altri rifiuti gettati direttamente dalle navi in mare, sono tra le cause principali di nocumento alle tartarughe nel corso dei loro spostamenti.
Il film mostra tutto questo: gli anni trascorrono e Sammy, assieme ai suoi piccoli amici (la tartarughina Shelly, il compagno di "crescita" Ray), cresce (lentamente) e il suo corpo va facendosi sempre più grosso man mano che si avvicinano lamaturità sessuale e il tempo della riproduzione.
Cambiano anche i pericoli e le difficoltà con cui le tartarughe si confrontano nelle diverse fasi della loro vita e con il trascorrere del tempo.
Passano, tra una cosa e l'altra cinquantanni (le tartarughe sono creature longeve), e cambiano anche tante cose: se sono aumentati i pericoli, è cresciuta anche la coscienza ecologica degli Umani che mettono in atto una serie di sistemi per rimediare ai danni. Si passa così dai primi maldestri tentativi maldestri di "figli dei fiori" a quelli più organizzati e sistematici delle associazioni naturaliste nelle quali sono confluiti come dirigenti gli hippie di un tempo, anche se tanti altri pericoli difficilmente possono essere neutralizzati con interventi efficaci e mantengono intatta tutta la loro viruelenza: per eliminarli del tutto, occorrerebbe modificare radicalmente troppe cose e muovere i primi passi verso un altro mondo possibile e più sostenibile, contro il quale tuttavia le leve dell'Economia sono inamovibili.
Preoccupazione del regista è quella di essere "didattico" pur divertendo un pubblico essenzialmente di piccini.
Per questo motivo non ci sono trovate mirabolanti nella pellicola, nè vi è il tentativo di costruire il film come "storia di formazione", com'è nel caso di "Alla ricerca di Nemo della Pixar" della Disney.
E' uno di quei film che potrebbero essere proiettati efficacemente nelle scuole elementari per fare didattica con i più piccini, diveetendoli ed intrattendoli al tempo stesso, sia sul ciclo di vita delle tartarughe marine sia sui danni che l'Uomo ha prodotto e continua a produrre al loro ecosistema.
Di tanto in tanto è bello vedere arrivare sul grande schermo un film di animazione, prodotto altrove rispetto al regime di monopolio della Walt Disney-Pixar, più ruspante indubbiamente e meno "leccato" quanto ad effetti digitali, ma ciò nondimeno forte e robusto, espressione di una cine-diversità che, per la vitalità del cinema, va preservata in ogni modo, così come - per la salvaguardia del nostro Pianeta - occorre lottare in ogni modo per preservare la bio-diversità delle specie viventi e degli ecosistemi.

Scheda film
Un film di Ben Stassen. Voci: Melanie Griffith, Isabelle Fuhrman, Yuri Lowenthal, Anthony Anderson, Sydney Hope Banner, Ed Begley jr, Darren Capozzi, Pat Carroll, Chris Andrew Ciulla, Tim Curry, Tim Dadabo, Kathy Griffin, Denis Kacenga, Stacy Keach, Grant Klemann, Kierstin Koppel, Jenny McCarthy, Carlos McCullers II, Gigi Perreau, Geoff Searle, Heather Trzyna, Billy Unger, Eric Unger
Titolo originale Sammy's avonturen: De geheime doorgang. Animazione, Ratings: Kids, durata 89 min. - Belgio, 2010. - Eagle Pictures. Uscita mercoledì 22 dicembre 2010.

Il TRAILER

Le tartarughe marine (una nota wikipediana)

Le tartarughe marine (Chelonioidea) sono una superfamiglia di tartarughe che, appartenenti ai Rettili, nel corso della loro evoluzione si sono adattate alla vita in mare, grazie alla forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio o carapace, ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne.
Sono tra le più antiche creature della Terra.
Durante la stagione riproduttiva le femmine di tartaruga marina compiono delle lunghe migrazioni dalle aree di alimentazione, dove solitamente vivono, verso spiagge isolate, distanti anche migliaia di chilometri, le stesse dove probabilmente sono nate: e oggi si sa molto di più delle migrazioni che compiono grazie all'applicazione su alcuni individui di marcatori che, inviando un segnale radio, consentono di seguire nel corso del tempo i loro spostamenti.
L'accoppiamento può avvenire durante le migrazioni, o in aree vicine ai luoghi di deposizione, ma si ipotizza che le femmine possano utilizzare il seme del maschio per fecondare le uova anche dopo qualche anno. Nell'ambito della stagione riproduttiva, che varia a seconda della specie e della latitudine , le femmine possono compiere da 3 a 6 deposizioni, dopodichè intraprendono le migrazioni di ritorno verso i loro quartieri di residenza abituali per poi tornare sulla stessa spiaggia di deposizione al seguente ciclo riproduttivo.
Giunte a destinazione, le femmine emergono dal mare per lasciare le uova in nidi che scavano nella sabbia in un processo lungo e faticoso. Terminata la deposizione tornano in mare lasciando al calore della sabbia il compito di portare a termine l'incubazione. I piccoli appena usciti dalle uova si dirigono faticosamente verso il mare, guidati presumibilmente da contrasti di luce ed ombra sulla superficie del mare. La loro crescita è lenta e sono necessari molti anni perchè gli individui maturino giungendo alla capacità riproduttiva. Le prime fasi di vita sono quellle in cui i giovani individui sono maggiormente vulnerabili, insidiati da uccelli e pesci migratori.
Le tartarughe marine, oggi, devono confrontarsi per sopravvivvere non solo con i predatori naturali che ci sono stati sempre ma anche con le insidie generate dall'Uomo e dalla sua disattenzione neio confronti della salute del pianeta: navi che solcano i mari, pesca indiscrimanata in alto mare, inquinamento da petrolio, sacchetti di plastica sono tra le cause principali di nocumento alle tartarughe nel corso dei loro spostamenti.
Sono 7 le specie che popolano i mari di tutto il mondo:
  • Tartaruga verde (Chelonia mydas)
  • Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea)
  • Tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata)
  • Tartaruga bastarda (Lepidochelys kempii)
  • Tartaruga olivacea – Lepidochelys olivacea
  • Tartaruga piatta (Natator depressus)

Tartaruga comune (Caretta caretta)
Con una lunghezza massima di circa 140 cm di carapace è una delle tre specie di tartarughe marine che vivono in Mediterraneo. Il carapace presenta una colorazione marrone –rossiccia con 5 placche neurali, 5 paia di placche costali e 12 paia di placche marginali. Il piastrone ha una colorazione tendente al giallo. La sua alimentazione è costituita prevalentemente da crostacei e molluschi ma anche da organismi planctonici come ad esempio alcune specie di meduse. In alcuni contenuti stomacali sono stati ritrovati esemplari di cavallucci marini e pesci ago ( generi Hippocampus e Syngnathus ).
Il periodo della deposizione varia dai primi di maggio fino alla fine di agosto. Un nido è composto da un numero variabile di uova (fino ad un massimo registrato di 190).In Mediterraneo i maggiori siti di deposizione sono in Grecia, Turchia, Libia , Tunisia ed Italia. Questa specie è l’unica che regolarmente depone le uova in alcuni siti lungo le coste italiane ( es. Isole Pelagie).
ll WWF -Italia è impegnato nella salvaguardia e nella ricerca applicata alla conservazione delle Tartarughe marine dagli anni ottanta, quando fu avviato, in collaborazione con l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, il primo programma nazionale su queste specie. Questa prima attività ha consentito lo sviluppo di molteplici attività a livello locale, con la promozione da semplici azioni di monitoraggio a complessi interventi e progetti di assistenza diretta su esemplari in difficoltà o recuperati dai pescatori.
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