venerdì 22 aprile 2011

Un viaggio tra le scritture ultime


Un eremo sul colle,
cipressi e pini alle spalle,
croci, crocifissi, lapidi, angeli benedicenti
figure dolenti, pietrificate nel loro dolore
fiori freschi, vivi, appena recisi
fiori appassiti, fiori artificiali,
scale impervie e sentieri muschiosi,
piccole piante erbose cresciute tra gli interstizi della pietra
perchè la vita è sempre prepotente, anche nei luoghi di morte e transito

In questo luogo senza tempo
vorrei stare disteso,
con gli occhi chiusi,
su di una lastra di marmo
battuta dal sole del primo meriggio
con il mare lontano all'orizzonte
e i monti attorno
sormontati da antiche fortezze
a riscaldarmi come una lucertola,
ad ascoltare lo stormire del vento tra le foglie

Starei bene lì,
su quella pietra,
fantasticando di poter divenire io stesso marmo,
indugierei pigro,
pur sapendo che, dopo il sole,
il freddo della notte catturerà il mio corpo
sin dentro alle ossa

Ossa e cenere
questo siamo e diventeranno i nostri corpi
che sono solo simulacri,
involucri vuoti,
gusci spezzati

Attorno a me,
sento il mormorio di mille voci,
intrecciato con la voce del vento

Ognuna racconta una storia,
preghiere,
invocazioni,
per essere ricordato
e ognuna dice qualcosa
per mezzo delle scritture ultime
lì collocate, alcune tracciate su pagine di marmo

Voci di adulti che hanno vissuto pienamente,
e andati via al termine di vite operose,
di bambini e giovani troppo presto strappati alla vita
di giovani partiti in guerra
le cui spoglie non hanno mai fatto ritorno,
mentre qualcuno attendeva inconsolabile,
tre fratelli uccisi nello stesso istante
dall'esplosione di un ordigno

Foto antiche mi guardano
dai loro ovali
immagini in bianconero
o virate in seppia,
un po' sfocate
dall'aspetto antico,
anche quelle di defunti
d'oggi

Dai tondi o dagli ovali,
aperti come tante finestrelle sulle lapidi,
i defunti sembrano occhieggiare
da un altro tempo
e da un altro luogo
con sguardi
allegri o tristi,
qualche volta pensosi

Ieri ero in un cimitero,
Oggi sono in un altro,
domani non so.
Quale sarà il mio?
Qaundo arriverà il mio momento?

Eppure,
mi piace questo silenzio,
mon m'inquieta stare in questo spazio
risonante di scritture ultime

E' un silenzio che dà pace
e vorrei stare in questo luogo di quiete
a riposare
e a sognare la fine di tutte le cose
quando non ci sarà più nulla da desiderare



Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni (Salmo 23)

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