lunedì 29 settembre 2008

Anche a Palermo i "lucchetti d'amore"

Chi ha letto "Ho voglia di te" di Federico Moccia , seguito del più famoso "Tre metri sopra il cielo" ricorderà i lucchetti d'amore di Ponte Milvio a Roma. I due innamorati, Babi e Step, vanno a legare un lucchetto ad una catena: un lucchetto che esprime l'indissolubilità del loro amore. I lucchetti di tanti innamorati hanno preso a pendere i veri e propri festoni da catene fissate ai lampioni che fiancheggiano il ponte.
Il romanzo di Moccia, quello - per intenderci - della famosa frase "Io e te tre metri sorpa il cielo" è diventato un romanzo "cult" tra le giovani generazioni. Ed è stato così che si sono estese a dismisura una serie di "pratiche" in cui indulgono i due protagonisti di ambedue i romanzi. Come, ad esempio, il vezzo di scrivere dovunque (e con tutte le possibili varianti) la frase "Io e te..." oppure l'usanza di andare a Ponte Milvio per collocarvi il proprio lucchetto d'amore, suggello dell'eterità dell'amore per quella coppia (augurio e vincolo nello stesso tempo): un lucchetto personalizzato dall'usanza di scrivervi sopra con un pennarello indelebili i propri nomi che così venivano ad essere "cuiciti" uno all'altro dal lucchetto. E la scelta dei luchetti era infinita, spziando da catenacci davvero enormi ad esemplari piccolissimi (da valigino oppure da cassaforte tascabile), a seconda del gusto e del desiderio di protagonismo di ciascuna delle coppie che si giurava eterno amore.
Niente di nuovo sotto il sole, peraltro: un tempo gli innamorati usavano incidere i propri nomi (magari corredati da un cuore rafitto da una freccia) sulla corteccia degli alberi oppure pittarlo sulla pietra d'una panchina su cui a lungo ed in diverse circostanze erano stati seuto a gustare momenti di intimità.
Gli stessi lucchetti d'amore hanno una storia molto più antica del romanzo di Moccia: già alla fine degli anni Novanta, ve ne sono consistenti festoni in alcune località "storiche" e d'interesse turistico, come ad esempio sul Ponte Vecchio a Firenze. Solo che Moccia ha avuto il potere trainante di far diventare l'usanza del lucchetto d'amore una consolidata abitudine tra i più giovani.
Ponte Milvio è diventato meta d'un incessante pellegrinaggio di giovani coppie che vi collocavano il proprio lucchetto, appesantendo ciascun lampione del ponte, alla lunga, con decine di chili di ferraglia tra catene e catenacci. Tanto che, da un certo momento in poi,l'Amministrazione comunale di Roma, ha deciso di rimuoverli poichè erano di nocumento alla stabilità dei lampioni: un provvedimento che è stato portato a buon fine non senza suscitare veementi proteste tra i giovani che hanno tacciato gli amministratori dell'Urbe di insensibilità e scarsa attenzione ai bisogni "emozionali" dei più giovani .
Su questa faccenda si sono attivate storie e storielle, con il sapore delle "leggende" metropolitane: una delle tante versioni vorrebbe che i lucchetti di Ponte Milvio siano stati trafugati da alcuni nomadi desiderosi di rivenderli ad un commerciante di ferraglie per guadagnarci su quattro lire. Secondo un'altra versione sarebbero stati asportati diverattemente da un rivenditore di ferramenta, ma con quale scopo poi visto che, essendo privi di chiave, erano inservibili.
Ora, i lucchetti d'amore, come succede spesso con i fenomeni di culto che tendono a dilagare a macchia d'olio, sono giunti anche a Palermo. Ne sono stati avvistati alcuni, isolati, sulla ringhiera che delimita la nuova passeggiata a mare, nei pressi di Sant'Erasmo, mentre ci sono testimonianze di colonie di essi ben più cospicue sul pontile del borgo marinaro di Mondello.
Le foto che corredano il post ne sono appunto una testimonianza.


I lucchetti d'amore tra Ponte Vecchio e Ponte Milvio: una breve storia del fenomeno da wikipedia

Da diverso tempo è consuetudine di giovani innamorati mettere un lucchetto sul lampione centrale di ponte Milvio o in altri ponti e gettare le chiavi nel fiume sottostante, così da rendere infrangibile il loro sogno d'amore.

L'usanza sembra essere stata iniziata a Firenze, dagli allievi ufficiali della Scuola di Sanità in Costa San Giorgio che, al momento del congedo, legavano il lucchetto del loro armadietto su una barra metallica oltre il parapetto del Ponte Vecchio. Questa tradizione è passata in seguito agli innamorati, ed è stata traslata a Roma e resa molto popolare a seguito del libro Ho voglia di te di Federico Moccia in cui, appunto, i due protagonisti si giurano amore eterno agganciando un lucchetto nel palo centrale del ponte dopo averlo serrato, buttandone poi via la chiave.

Il trafugamento a fine febbraio del 2007 di tali lucchetti (che avevano totalmente ricoperto il lampione) ha innestato una nota polemica dai vaghi quanto comici contorni politici. Il fenomeno - che di per sé sarebbe rilevante solo sotto il profilo antropologico (la medesima usanza è riscontrabile anche sul Ponte Vecchio di Firenze, dove viene attualmente utilizzata la cancellata del monumento dedicato a Benvenuto Cellini (dove è prevista una multa di 50 € per chi viene sorpreso dalle forze dell'ordine a mettere lucchetti) ed è assimilabile al rito di gettare una moneta nella Fontana di Trevi per garantirsi un ritorno nella Città Eterna). Secondo il quotidiano milanese "Il Corri

ere della Sera" del 2 marzo 2007, l'ostilità nei confronti dell'uso di appendere lucchetti al lampione del ponte avrebbe provocato addirittura la creazione di un apposito comitato di quartiere, interessato alla conservazione patrimoniale del Ponte.

I giornali hanno pubblicato la notizia secondo cui, nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2007, i lucchetti erano stati rubati da un gruppo di nomadi. I Carabinieri avrebbero ritrovato i lucchetti nel magazzino di un commerciante in materiali ferrosi usati e i lucchetti sarebbero stati rimessi al loro posto. Alcuni abitanti del quartiere avevano motivato già il 27 febbraio 2007 al quotidiano milanese "il Giornale" i motivi della loro ostilità ma non è comprovabile che essi siano i responsabili del gesto. I lucchetti tornati a far mostra di sé sul ponte sembrano inoltre nuovi, dal momento che quelli ritrovati, tagliati da cesoie apposite e in ogni caso senza chiavi, sarebbero stati del tutto inutilizzabili.

Il 13 aprile 2007 il lampione a cui sono appesi i lucchetti, per l'eccessivo peso è quasi crollato, spezzandosi sul punto del lume. Questo è via via accaduto ad altri tre lampioni, dei quali sono rimasti solamente i monconi dei pali, essendo crollati i lumi. Nel mese di luglio 2007 sono stati tolti i lucchetti dai lampioni e sul punto sono stati aggiunti dei pilastri davanti ai lampioni stessi sui quali sono state agganciate delle catene alle quali poi sono stati rimessi i lucchetti stessi. Il tutto per salvaguardare i lampioni, quattro dei quali, come detto, sono stati spezzati dal peso dei lucchetti (anche a causa del fatto che non ci si è limitati a porre i lucchetti sul palo del lampione ma anche sul cappello, piegando e in seguito spezzando il lume stesso).



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