Quel no a Peppino Impastato
2 giorni fa
Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo
Pioggia battente
raffiche impetuose
gocce d'acqua che imperlano i vetri
Poi, rimane il mare gonfio
di marosi ribollenti
di spuma bianca,
e l'urlo della risacca
lacera le orecchie
Sulla spiagggia
emergono frammenti
di altre vite
detriti senza nome,
plastica sminuzzata,
pezzi di legno,
corde e rottami di vecchie recinzioni,
una scarpa estiva
con suola a zatterone
giace semisepolta
dalla sabbia,
una testa mozza di bambola,
senza occhi,
i capelli scarmigliati
occhieggia,
inquietante Medusa
che pietrifica con lo sguardo
Non una sola persona in cammino
Il mondo è disabitato
da presenze umane
Quando il cielo s'apre
il profilo acqueo dell'orizzonte
dentellato e rotto
rivela la furia del vento,
al largo,
e si scorgono tratti di costa
lontani
illuminati da raggi di sole
Gabbiani planano
in voli intrecciati
scivolano d'ala
e riprendono quota
in un gioco infinito
condannati
alle catene del cielo
Ricordiamo qui che "Medici" è la cronistoria, con una ripresa iniziale autentica, della lunga malattia che Moretti aveva contratto. Diagnosi e medicine sbagliate, medici poco disposti ad ascoltare. Poi il paradosso finale: quella che sembrava una malattia della pelle era un tumore benigno e i sintomi erano riportati da una semplice enciclopedia medica.
Provate a immaginare: un giorno vi comunicano che i vostri valori sono fuori norma e gli esiti incomprensibili degli esami stabiliscono che avete qualcosa che non va. Che cosa non va? Il problema è proprio questo: che cosa? Qual è la diagnosi? Dopo il ricovero "precauzionale", il paziente subisce ogni tipo di esame invasivo e i medici si affastellano attorno al suo letto per toccarlo, palparlo, auscultarlo, diagnosticarlo. Le ipotesi si accavallano, la medicina brancola nel buio e i dottori non sanno far altro che riempirlo di cortisone e assicurare che la causa del suo male sarà presto scoperta. Il paziente è ottimista, ma i vicini di letto !o mettono in guardia:"Senza diagnosi non sei nessuno". Il paziente si trasforma in un "cercatore di diagnosi". Consulta specialisti, dal luminare all'omeopata, e decide di tornare in ospedale, per un'altra "ricerca". Ed ecco i vecchi amici, e ancora esami, dottori, ipotesi azzardate. Niente da fare. Il paziente viene dimesso. E adesso? Le cure? Cosa dirà ad amici e parenti? In ospedale non sanno rispondere neppure a questa domanda. Forse al prossimo ricovero potranno dirgli qualcosa di utile. Un libro divertente e arguto, paradossale e vero, da tenere in tasca o in borsa ogni volta che facciamo la fila per un ticket, a ogni ritiro di esami clinici, a ogni sguardo melanconico che ci dice quanto sembriamo stanchi, pallidi, fuori forma, a ogni check-up parziale o totale. A ogni visita specialistica, in sala d'attesa, spiando gli altri pazienti.
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